Regia di Tobe Hooper vedi scheda film
Il titolo italiano e la locandina farebbero pensare al classico slasher sanguinolento ed infarcito di jump scare, ma in realtà la struttura del film è più simile a quella di un thriller hitchcockiano (in questo il titolo originale è più azzeccato) con una piccola indagine privata che si muove lenta e sinuosa fra gli inquietanti personaggi che si aggirano per il palazzo storico. Probabilmente il film a cui è più accostabile è L'inquilino del terzo piano, con questo crescente incubo kafkiano in cui i sogni di rivalsa sociale da cui tutto parte (non a caso siamo ad Hollywood) vanno a confondersi e ad intricarsi sfociando in un delirio paranoico ambiguo e soffocante, e l'edificio assume connotati di vitalità demoniaca e perversa. Poi negli ultimi dieci minuti esplode lo splatter e viene (troppo) frettolosamente data una collocazione antropologica all'assassino: un mostruoso figlio della morte che per sopravvivere al proprio degrado fisico decide di rivestirsi della pelle degli inquilini uccisi (parliamo sempre del regista di Non aprite quella porta...). Zoppica qui e là, inoltre sarebbe stato interessante un maggior approfondimento del lato esoterico che la vicenda va a toccare in vari frangenti (e che invece resta in secondo piano), ma è artigianale e genuino come di rado sono gli horror anni 2000, e solo per questo avrebbe meritato più attenzione.
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