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Changeling

Regia di Peter Medak vedi scheda film

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La recensione su Changeling

di Baliverna
8 stelle

Un odioso crimine nascosto nel passato (e nella mansarda) viene prepotentemente alla luce.

Forse non è perfetto, ma è comunque un riuscito horror di fantasmi, con una buona atmosfera e tensione. Gli attori funzionano, a cominciare dall'angosciato protagonista, ma una menzione d'onore va anche alla vecchia volpe Melvyn Douglas. Il suo sguardo e la sua espressione sono proprio inquietanti; l'attore riesce a dar vita ad un personaggio gelido e cinico, che pur tuttavia ha in sé un residuo di umanità e sensibilità, come la sua mal riposta ammirazione per il padre. Segnalo anche la particina della donna dell'agenzia, che avverte il protagonista della presenza dei fantasmi: una signora sotttilmente inquietante e ambigua.

Il regista non lo conoscevo, ma devo dire che conduce il film con fermezza e senza momenti stagnanti. Ha indovinato anche l'ambientazione, che è ora quella della squallida dell'architettura moderna in città pulite ma inospitali, ora quella in una natura ostile e spoglia, e infine quella nella casa. Quest'ultima rimane non troppo tetra e minacciosa, eccettuata però la mansarda, che incute terrore al solo vederla. Anche la sedia a rotelle del bambino riesce misteriosamente ad inquietare. La musica è proprio indovinata, perché senza di questa certe sequenze sarebbero amorfe e senza tensione.

Su tutto, l'eterno tema dei crimini del passato, sepolti e sigillati, che tornano prepotentemente (e vendicativamente) a galla.

Come difettucci, ci metterei certe soluzioni narrative un po' troppo sbrigative, superficiali o smaccate, come la seduta spiritica e certi “eccessi di zelo” dello spirito.

Per la perfezione, l'equilibrio e la calibratura di ogni elemento ci sarebbe voluto Robert Wise, che aveva dato prova di tutto ciò nel capolavoro “Gli invasati” (1963).

In ogni caso film come questo rimangono esempi da tenere in considerazione oggi, quando spesso si affida tutto ai pixel e poco all'arte del cinema in sé, che riesce a costruire le atmosfere e la tensione anche senza l'aiuto degli effetti speciali digitali.

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