Regia di Peter Medak vedi scheda film
L’elaborazione del lutto è un processo lungo e doloroso, ti scava l’anima nel profondo aprendo porte sconosciute, collegamenti che possono diventare passaggi per un mondo “altro”, connessioni per entrare in contatto con dimensioni sconosciute, luoghi dominati da presenze che non trovano pace e chiedono aiuto.
Il compositore John Russell (George C. Scott) è in vacanza con la moglie e la giovane figlia, rimasti impantanati su una strada innevata si fermano ai bordi della stessa per chiedere aiuto, John entra in una cabina telefonica e da lì osserva impotente la totale distruzione della sua vita, un camion perde il controllo e travolge uccidendoli i suoi affetti più cari.
Mesi dopo si trasferisce a Seattle e tramite un amico trova lavoro come insegnante di musica, andrà a vivere in una grossa villa disabitata ma funzionale alle sue esigenze, con lui solo una governante e un uomo tutto fare che lo aiuta nelle faccende primarie.
La villa è gigantesca ma gli mette a disposizione una grande sala dove poter comporre la sua musica e dare lezioni ai suoi allievi, tutto sembra andare per il meglio fino a quando strani fenomeni non cominciano a manifestarsi, rumori improvvisi, rubinetti che si aprono da soli, insomma tutta la scontata esposizione di una casa infestata.
Changeling (The Changeling) è una ghost story e questo ci appare chiaro fin dall’inizio, alcuni percorsi narrattivi sono facilmente individuabili perché rientrano in un classicismo di genere che da sempre ne ha fatto dei punti cardine, tuttavia questa chiara definizione degli obbiettivi drammatici non inficia minimamente lo spessore del film, che anzi si rivela una piacevolissima sorpresa.
Il soggetto scritto da Russell Hunter (sembra ispirandosi a vicende personali realmente accadute) ci appare solido nella sua costruzione degli eventi e Medak lo valorizza nel miglori dei modi proponendo una regia che fa della semplicità il suo punto di forza e dell’accumulo di una crescente tensione il suo apice narrativo.
Il maggior pregio di Changeling (uno dei tanti a dire il vero) è che pur raccontando una storia di fantasmi e utilizzando tutti i tòpoi del genere riesce sempre ad essere credibile e a trasmettere emozioni continue, emozioni che non sono mai il frutto di trovate spettacolari o facili soluzioni visive ma di un abile lavoro di scrittura e di messa in scena.
Un film come quello di Medak, da classico senza tempo qual’è, andrebbe studiato e fatto vedere a molti registi contemporanei che solo pensano di affrontare un tema super inflazionato come quello delle case infestate, ci troviamo infatti di fronte ad un saggio della tensione chiaramente inserito nel genere horror che pur coinvolgendo totalmente lo spettatore e mettendo in scena sequenze dalla suspense rigorosa ed efficace non mostra mai una goccia di sangue, non scade mai in eccessi gratuiti e non rompe mai l’invidiabile equilibrio raggiunto da una regia solida e rigidamente lineare.
La paura è una bestia strana e non tutti sono in grado di cavalcarla con sicurezza ed efficacia, Peter Medak ci riesce alla grande utilizzando un budget modesto e una serie di invenzioni semplici ma assai funzionali, la scena della seduta spiritica mette i brividi e la verità che scaturisce dall’intervento del medium amplifica lo spessore della storia, che da semplice ghost story può con convinzione virare nei territori della detection per poi tornare a quelli più concreti di un orrore scaturito da un passato sepolto ma non ancora dimenticato.
Changeling uscì lo stesso anno di Shining e questo l’ha forse penalizzato in termini di visibilità, con il capolavoro di Kubrick ha diversi punti in comune, a cominciare dalla villa/albergo isolati per passare poi al sottotesto della paternità mancata, tagliata da un evento tragico o generato dalla follia, inoltre entrambi i film puntano moltissimo sui due attori protagonisti e se Jack Nicholson ha reso il suo Jack Torrance una figura mitologica non sfigura affatto George C. Scott che in questo film fornisce una prova d’attore notevole, degna di essere ricordata tra le migliori di una filmografia importante come è quella dell’ex Gen. Patton (Oscar nel ’71).
Horror di atmosfera e inquietudine, di tensione e suspense, Changeling si pone come concreto esempio di cinema di genere che evita fenomenismi gratuiti e mantiene tutte le premesse garantendo divertimento e qualche brivido, ottimo il cast di accompagnamento al protagonista assoluto (George C. Scott), notevole la partitura musicale, perfette le tempistiche drammaturgiche in una storia che al di là dell’elemento soprannaturale, parla della meschinità dell’uomo e dell’irrinunciabile fascino del denaro.
Voto: 8
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