Regia di Alison Eastwood vedi scheda film
VOTO : 6.
Soggetto della serie “donne al bivio”, una malata terminale di cancro, un’altra depressa e suicida nelle battute iniziali, per un film pensato per una fruizione prettamente casalinga.
In cabina di regia la figlia del vecchio e grande Clint, con un soggetto umanista, di sicura presa, ma la mano non è certo felicissima e non si vola alto, per quanto i momenti commoventi e difficili non manchino, ma non si respira quasi mai un gran pathos.
Anche gli attori sono altalenanti così come i loro personaggi; da una parte una convincente Marcia Gay Harden (il desiderio di maternità è genuino e toccante), dall’altro un Kevin Bacon (un personaggio tratteggiato piuttosto male a parer mio) un po’ abulico e sottotono anche quando ci si aspetterebbe un po’ di trasporto in più.
Film nel complesso piuttosto elementare e lineare nel racconto (sorprese zero ed alcune licenze poco poetiche), con qualche passaggio a vuoto (soprattutto in un sbrigativo finale in cui si chiude senza colpo ferire lasciando un po’ attoniti), privo di quelle sfaccettature necessarie (pochi elementi in grado di offrire un quid in più o riflessioni maggiori) per elevarsi un gradino al di sopra di una medietà, in cui invece rimane inglobato.
Accontentandosi è già qualcosa.
Valido per spargere qualche lacrima, ma non per emozionare nel profondo come il padre della regista ha saputo copiosamente, e con successo, fare nell’ultimo decennio.
Convenzionale e di stampo televisivo, voto sei che più sei non si può.
VOTO : 6.
Nel complesso non male, ma anche troppo ordinario e priva di quello slancio necessario per poter emergere.
VOTO : 5/6.
Non mi è parso a suo agio.
Prova abbastanza opaca.
VOTO : 6,5.
Emotivamente coinvolgente, fa il massimo possibile nella situazione.
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