Regia di Xavier Gens vedi scheda film
Ha fatto il giro del mondo Frontiers, prima di arrivare nelle nostre sale: luglio 2007 in Francia, novembre in Spagna, maggio 2008 negli Usa, settembre in Giappone e infine eccolo nel Belpaese. È stato pure doppiato dal successivo e deteriore Hitman, opera seconda di Gens, frattanto emigrato in quel di Hollywood. Horror viscerale, Frontiers racconta di un gruppo di giovani che, durante le proteste nella banlieue parigina, fuggono verso il confine con il malloppo di una rapina. Commettono però l’errore di fermarsi in un casale molto isolato e ristrutturato in albergo, abitato da una famiglia ben poco rassicurante. Tra l’incubo degli zotici sadici di Non aprite quella porta, le torture di Hostel e la ferocia femminile di The Descent (che però Gens ha visto solo in seguito), Frontiers, più che lo schiaffo in faccia al cinema francese immaginato dal regista, è un’opera derivativa la cui rabbia è smorzata da personaggi prossimi alla caricatura. Ciononostante rimane una pregevole pellicola di genere, soprattutto per l’atmosfera creata dalla fotografia di Laurent Barres, «dal look arrugginito, con toni come l’ocra, il marrone e il giallo, che nel loro insieme appaiono simili al sangue rappreso».
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