Regia di Xavier Gens vedi scheda film
Coloro che si affidano nella scelta di un film da vedere solo al cartellone pubblicitario principale, qua, dall'immagine e soprattutto dal titolo, potrebbero essere indotti ad ipotizzare una americanata giovanilistica sulla scia del sottofilone horror inaugurato da "Turistas", e invece siamo proprio da tutta un'altra parte. Davvero fatico a comprendere come questo horror, in realtà piuttosto devoto ai canoni classici della nuova corrente del genere che non si pone limiti in quanto ad efferatezze ed eccessi, tuttavia mi abbia colpito così profondamente. Comunque la si pensi, un film che non può lasciare indifferenti. Neppure i critici "paludati", che per la pellicola hanno avuto anche parole di elogio. Se proprio ci mettiamo ad analizzarne il contenuto e lo sfondo, qualcosa di originale lo troviamo, per esempio un'idea di partenza che trae origine dal politico e dal sociale: le primissime immagini, la cui eco viene riproposta alla fine, ci mostrano le scene di scontri violenti fra polizia e dimostranti, scene concitate e piene di rabbia, in cui viene espressa la furia anarchica del popolo in rivolta verso un governo di destra che sta reprimendo con estrema durezza ogni forma di opposizione. E qualcuno ha ipotizzato, a proposito di sottotesto politico, un riferimento alle elezioni francesi del 2002, quando un netto avanzamento dell'estrema destra alimentò nel Paese un clima di profonda inquietudine. Eppure i protagonisti, pur essendo portati a vivere la vita da "ribelli senza causa", non sono esattamente dei "contestatori"...infatti quei ragazzi in fuga da tutto in realtà hanno solo approfittato del caos esploso in città per portare a segno una rapina in banca. Va poi detto che in questo film il "cattivo" possiede i connotati e le caratteristiche del militare nazista, ma questo non è un fattore determinante, dal momento che ciò appare più che altro in forma di caricatura o di parodìa. Assodato dunque che in questo film non è presente alcun elemento rilevante di novità e che ogni scena richiama a film già visti, non possiamo che attribuire l'incisività e il potere destabilizzante della pellicola alla confezione, alla forte originalità dello stile visivo, ad una fotografia livida, ad alcune brillanti invenzioni di regìa, ad un ottimo ritmo e alla spettacolarità nell'esibire -senza alcun freno- scene splatter deliranti: tutti elementi che confermano che qui quello che conta non è la storia ma come essa viene rappresentata e mostrata ai nostri occhi. E allora ecco che, proposte nell'ambito di un montaggio adrenalinico, ci troviamo bombardati da immagini che ci stordiscono e comunicano quantità industriali di malessere, in un tripudio di fiumi di sangue, fango, sporcizia, maiali che grugniscono, ambienti fetidi, gabbie, cunicoli, arnesi da tortura, corpi violati e straziati. Insomma, sarà anche un film già visto ( quante volte al cinema abbiamo già assistito a vicende di famiglie di psicopatici-cannibali?) ma le immagini di questo film non c'è alcun dubbio che "spaccano" alla grande. E il merito primario va riconosciuto al regista, che ha saputo confezionare un gioiello di film "malato" e "scuro", dando vita -pur muovendosi in territori scontati- ad un bagno di sangue da antologia. E annoterei anche un'altra cosa: non è uno di quegli horror in cui l'eccesso sconfina nel grottesco/goliardico stimolando il sorriso nello spettatore; no, qua l'eccesso si accompagna ad un clima talmente malsano che lo spettatore ne esce turbato, insomma un horror che anzichè far ghignare pare esser fatto per esser preso sul serio. E questo non è un aspetto negativo, perchè l'opera ne guadagna in dignità artistica, fermo restando che siamo comunque in ambito di puro intrattenimento e dunque il valore assoluto del film -va da sè- resta ordinario. A questo punto vorrei aprire una piccola parentesi per esprimere due aspetti del film che mi hanno spiazzato quando ho appreso, successivamente alla visione, un paio di notizie che ignoravo. Innanzitutto che il regista, Xavier Gens, era lo stesso di "Hitman", pellicola che mi aveva tutt'altro che entusiasmato e -soprattutto- ho saputo, cascando dalle nuvole, che tra i co-produttori del film c'è anche quel Luc Besson che è un pò la mia bestia nera, avendolo io sempre detestato. Quanto al cast, scelto con attenzione e davvero molto efficace, si tratta di attori che mi erano prima d'ora ignoti. Ma non posso esimermi dal segnalare la splendida, sensuale e profonda protagonista, Karina Testa, nel ruolo di questa meravigliosa Yasmine la cui persona e personalità vengono letteralmente fatte a pezzi ed annichilite: indimenticabili gli ultimi fotogrammi, che ci mostrano un essere totalmente ricoperto di sangue che arranca con l'incedere di un'anatra zoppa....un'immagine da colpo al cuore. E per concludere, chiedo scusa se mi trovo ancora una volta -ogni occasione che ho di recensire un film francese- a richiamare quello che è ormai un mio chiodo fisso. I francesi hanno Aja e Gens che, pur fra alti e bassi, sfoggiano talento ed ambizioni internazionali tutt'altro che disprezzabili, mentre noi abbiamo solo un involuto e bloccato Dario Argento. Sempre i francesi, realizzano commedie amabili, leggere, dai risvolti umani deliziosi e che sbancano il botteghino, mentre noi abbiamo solo i Vanzina e i Neri Parenti con le loro inqualificabili macchiette para-televisive. Qualcuno riesce a spiegarmi il perchè di tutto questo?
Voto: 8
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