Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film
Brutta caratteristica della critica italiana è la rincorsa al fenomeno stagionale. In genere riguarda registi come Thomas Vinterberg che, sull’onda di un film discutibile come Festen, vengono investiti del ruolo di innovatori più o meno geniali e che nell’arco di una stagione, appunto, cadono giustamente nel dimenticatoio. Nel frattempo, però, gli esaltatori della prima ora stanno già incensando un’altra novità stagionale. Tutto questo per dire che di fronte a un film come Riunione di famiglia, indifendibile da qualsiasi punto di vista, non basta ricorrere alla formuletta del “film sbagliato” ma occorrerebbe anche ripensare certi giudizi affrettati disperatamente alla ricerca del nuovo. Nell’esile vicenda di un tenore che torna al borgo natio e scatena la solita ridda di contraddizioni latenti nel tessuto piccolo borghese dell’opulenta ma sonnacchiosa cittadina, suscitando l’inevitabile contorno di scaramucce erotiche e prevedibili rivelazioni familiari, sopravvive, malissimo, una pessima idea di cinema europeo che dovrebbe essere riconoscibile, e quindi diffidato, quando lo si fiuta la prima volta. Vinterberg non irrita nemmeno come il suo ex mentore Von Trier: semplicemente non esiste.
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