Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film
Se una pecca c'è in questo film è forse la pretesa di creare una trama pseudo-shakepeariana (destini incrociati ed equivoci alla Sogno di una notte di mezz'estate) e da tragedia greca (Edipo) ma la pellicola, proprio per le bizzarrie (anche dovute al "contesto" in cui si svolge) che rivela è talmente fuori dalle righe che il richiamo a Festen è veramente impensabile.Il regista crea una famiglia assurda e una dipinge una borghesia così risibile che essa implode per proprio conto, senza bisogno del "peso" del Dogma. Ottima a mio avviso l'ambientazione.
Il legame con Festen mi pare assai remoto: qui abbiamo un pater e una mater familias molto poco credibili e "moderni" rispetto al patriarca del maggior successo di Vinterberg. Nella fattispecie la madre, modello di anticonformismo (finisce a convivere con la sorella del padre di Sebastian) che ha lasciato credere al figlio Sebastian che suo padre si fosse suicidato mentre è vivo e vegeto e non sa nemmeno di avere un figlio. Poi KarlKristian, il padre famoso cantante d'opera che torna al proprio villaggio; i festeggiamenti si svolgeranno nell'hotel in cui Sebastian lavora.
Interessantissimi i pezzi "traditional" svedesi folk
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