Regia di Dennis Gansel vedi scheda film
Niente male. Guastano un po' certi ammiccamenti all'estetica del videoclip e certe concessioni al giovanilismo che, a quanto pare, fa strage di cuori anche fra il pubblico teutonico. Ci sono troppi riferimenti al presente, troppi slogan, troppi concetti; la sceneggiatura non è esente da intoppi e il disegno dei personaggi non è sempre a fuoco. Ciononostante, al di là del palpitante finale, la gestione del crescendo di follia collettiva è meno didascalica del previsto (e, direi, priva di "tentazioni allegoriche") e il film pone domande non banali sulla natura del fascismo e sulla sua ambiguità: quanto è sottile la linea che intercorre fra l'abbattimento delle barriere socio-economiche e l'intolleranza verso chi non si vuole omologare al dogma imperante? l'appartenenza ad una setta esclusivista, con i suoi codici di comportamento, può costituire una via d'uscita dal dramma dell'emarginazione e dell'esclusione sociale? e poi...la realtà può davvero sostituirsi alla simulazione? l'educazione può, per paradosso, imbarbarire le coscienze? Il film pare suggerire che il fascismo nasca dal basso, dal piccolo, dal quotidiano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta