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Regia di Dennis Gansel vedi scheda film

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La recensione su L'Onda

di chinaski
6 stelle

L’insegnante di liceo Rainer Wegner, con un passato punk e anarchico alle spalle, si ritrova a dover presentare un corso di una settimana sui funzionamenti dei regimi totalitari. Il professore decide di fare un esperimento: mettere in pratica nella realtà della classe quelle che sono le caratteristiche di una dittatura. Presenza di un leader, disciplina, omologazione, obbedienza. I ragazzi, da prima sconcertati dalle idee del professore, iniziano ad appassionarsi al progetto, fino a portarlo fuori dalle mura della scuola e dal controllo dello stesso docente. Basatosi su un esperimento realmente avvenuto in una high-school californiana nel 1967 e sul romanzo di Morton Ruhe, Die Welle, il film di Dennis Cansel cerca, attraverso le immagini, di dimostrare quanto alcune dinamiche di gruppo corrano il rischio di trasformarsi in pericolose anticamere di comportamenti fascisti. L’esperimento fa emergere, però, anche situazioni positive, come una maggiore coesione dei ragazzi, un impegno per portare avanti un progetto, la ricerca di una identità sociale attraverso la quale costruire un gruppo. Il regista osserva i ragazzi e le loro reazioni, che a differenza dello splendido lavoro fatto da Cantet ne La classe, rimangono visibilmente intrappolati negli schemi nattativi (e terorici) sviluppati dalla sceneggiatura, diventando solo corpi funzionali alla dimostrazione di una tesi, quella secondo cui, partendo da premesse autoritarie è impossibile fare gruppo senza creare emarginati e senza scontrarsi con chi la pensa in maniera diversa. Eppure, storicamente, è proprio nella distanza da chi è diverso che spesso e volentieri si misura la coesione sociale di una comunità. E questo avviene in tutti gli Stati, sia quelli autoritari che quelli che si definiscono democratrici. Il film dunque pone domande interessanti, come quella sull’eterno scontro tra disciplina e libertà all’interno delle pratiche educative e arriva volutamente ad un tragico finale che dimostra quanto il passo, per alcuni, dall’ideologia al fanatismo sia molto breve. Anche con i suoi limiti quest’opera ha il coraggio di affrontare tematiche sulle quali in molti dovrebbero continuare a interrogarsi, come il modo (ancora lontano, smarrito nell’utopia) con cui insegnare ai ragazzi e alle ragazze i valori fondamentali di una democrazia.

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