Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
E' bene essere sinceri: non è facile nè semplice tracciare due righe di commento su un film di Giuseppe Tornatore. Detto, e ammesso questo, credo spetti a chiunque ami sinceramente questa meravigliosa arte espressiva, far emergere, anche a parole, le emozioni e i sensi che una grande pellicola suscita. Possibilmente, al riparo e nei nei limiti della propria struttura culturale, sociologica e, direi persino, ideologica. Tante volte, quest'ultima, diventa infatti foriera di distorsioni interpretative assai perniciose per l'oggettività di una valutazione. A mio avviso, il film di Tornatore, per il suo impianto tanto colossale e articolato, necessitava di due elementi fondamentali per trovare una pefetta realizzazione: una staordinaria fotografia (intesa ovviamente come il complesso delle fasi e degli elementi rappresentativi delle immagini) e di una grande storia. In due parole, è presente una superba fotografia ma latita una grande storia. Negare alla pellicola tornatoriana una ricostruzione storico-epica dello spaccato siciliano priva di altissima qualità, precisione, cura filologica, passione e partecipazione empatica sarebbe veramente un'operazione poco obiettiva e contaminata da posizioni ideologiche. D'altro lato, a mio modo di vedere, attribuire al film quelle pulsioni emotive, quei palpiti del cuore che attanagliano la gola, quei sentimenti di immedesimazione che, anche infantilmente, ci prendono in sala cinematografica, sarebbe un'iperbole valutativa dalla quale il film dovrebbe restare immune. Se, per una acrobatica e insana ipotesi, avessimo ascoltato la voce di Piero e Alberto Angela punteggiare di tanto in tanto le fasi della proiezione, avremmo di certo concordato di trovarci di fronte ad un documentario di altissimo valore storico, culturale e sociologico. Insomma, un'opera imperdibile. Troppo grave paragonare il film Baarìa ad un possente, straordinario, preciso, puntuale documentario su un pezzo dell'umanità siciliana mediante il quale lo spettatore conosce, e riconosce, le fasi drammatiche della storia della Sicilia e, dunque, anche del suo Paese? In tutta onestà, credo di no. Sono convinto che si tratta di un'operazione di altissimo livello. Ma al cinema si va pure, anche se non solo, per sentire il cuore stringersi. Le emozioni di Superquark, invece, sono sostenute da istanze culturali. Talvolta Piero Angela sa anche emozionarci! Assai più sovente ci straziano le note di Ennio Morricone!
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