Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
C’era una volta in Italia… Se l’affresco epico di Leone era la rappresentazione di un’America sognata, quello di Tornatore ci restituisce il novecento italiano con un realismo troppo spesso macchiettistico.
Il microcosmo di Bagheria filtra cinquant’anni di storia italiana attraverso gli sguardi degli umili e degli oppressi.
Oggi Tornatore è forse il solo in Italia ad affrancarsi da un cinema minimalista ed esistenzialista e lo fa con scene ad ampio respiro, piene di lirismo ma, purtroppo, fini a se stesse. Perché quello che manca a Baarìa è quel tono di drammaticità e di pathos che le immagini stesse evocano.
Eppure si parla di argomenti fortemente drammatici: mafia e lotta per la riforma agraria, oppressione fascista e il sogno di un comunismo che si infrange con la realtà sovietica
Soltanto l’episodio di Portella della Ginestra colpisce al cuore…tutto il resto troppo spesso viene affossato da inutili toni da commedia.
E' un film senz'anima, che non commuove e non indigna.
Ma forse è giusto così, forse ha ragione Tornatore, perché l’Italia di oggi è il risultato di 50 anni di malpaese tollerati con una scrollata di spalle e un sorriso amaro di circostanza.
Forse Barìa, oggi, è quello che ci meritiamo.
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