Regia di Fabio qvq Corsaro vedi scheda film
L’amaro caso della bambina che diceva di vedere la Madonna e che non è stata creduta. Fatima di casa nostra, per dirla con l’enfasi dei cronisti che si sono occupati dei fatti di Ghiaie, mistero che da tempo divide i fedeli. Per tredici volte, nel 1944, Adelaide Roncalli, di anni 7, era stata testimone di una serie di apparizioni sacre, lassù sulle montagne dalle parti di Bergamo. Apriti cielo, tutti le davano contro, ancora di più all’inizio, anche se poi la sua convinzione aveva cominciato ad attirare migliaia di fedeli, in cerca di una grazia e nella speranza di un segno divino. Storia che ha ispirato libri e polemiche, perché la Chiesa non ha mai riconosciuto la veggente, raccontata non da un documentario, né da una bella fiction, magari da mandare in onda durante le feste comandate. Ma da un film che sembra una recita dell’oratorio, cast improvvisato e regia di un missionario (che si firma con misterioso pseudonimo). Solo sacro, niente profano, le apparizioni sono scandite e simboleggiate dai rintocchi di campana e la voce in fuoricampo fa da guida e da predica. Finalissimo didascalico in cifre, per paragonare i morti della guerra all’aborto e per sentenziare in due righe che è colpa del divorzio se la famiglia va in pezzi.
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