Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Laura a 16 anni dice sì a Gino; fugge con lui, ma la coppietta viene beccata e lui finisce pure in galera essendo lei minorenne. Il potente Tito fa scarcerare Gino in cambio della promessa di matrimonio di Laura. 10 anni dopo Gino, vedovo e con un figlio, incontra per caso Laura, con una figlia e ancora malmaritata con Tito. L'antica passione è più viva che mai.
Si chiama Brescia, di nascita è romano ed è autore di numerosissime pellicole ambientate a Napoli; in particolare è stato il principale regista di Mario Merola, con cui ha licenziato oltre una dozzine di titoli (Lo scugnizzo, Zappatore, Tradimento...) fra la metà degli anni Settanta e i primi Ottanta. Una volta terminato il sodalizio artistico con Merola, però, il Nostro ha voluto proseguire sulla scia del melodramma partenopeo tutto lacrimoni, ugole d'oro e naturalmente buoni sentimenti che trionfano: ecco così che l'eroe di questo Laura... a 16 anni mi dicesti sì diventa Carmelo Zappulla, giovane cantante neomelodico in quel momento all'apice del successo e già visto negli anni immediatamente precedenti in un paio di pellicole minori. Zappulla non è un attore e non fa neppure granchè per sembrarlo (in effetti la sua carriera nel cinema terminerà molto presto); si aggiunga che la sceneggiatura di Alfonso Brescia e Piero Regnoli fa acqua da tutte le parti - illogica, banale, stiracchiata, pretestuosa - e il gioco è fatto. Fra gli altri interpreti: Maria Romano, Biagio Pelligra e Gianni Ciardo. Prodottino kitsch senza tante pretese, in quanto tale onesto e di medio standard, ma comunque di difficile digeribilità per chi non è amante del genere. 2,5/10.
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