Regia di Emil Weiss, Samuel Fuller vedi scheda film
"Impossibile" è, agli occhi di chi non ha voluto vedere, l'atrocità rivelata dalla scoperta dei genocidi nazisti. "Impossibile" sembra però anche, in questa storia vera, la punizione, a sua volta atroce e inaspettata, degli uomini conniventi, sottoposti ad una memorabile lezione di umanità. Una testimonianza personale di Sam Fuller che sfrutta appieno tutti i possibili registri cinematografici: la narrazione in prima persona di ciò che ricorda, la ripresa documentaristica di ciò che ha visto, la trasposizione filmica di ciò che della verità si è sedimentato nella sua visione umana e artistica. Un film il cui contenuto di orrore non può essere ulteriormente commentato. Come Fuller stesso fa dire a Helga, nell'aula del processo di Norimberga (Verboten, Forbidden, Proibito! 1959), "dobbiamo vederlo, tutti devono vederlo. Il mondo deve vederlo."
Sam Fuller presenta allo spettatore, a decenni di distanza, il doloroso frutto della sua esperienza come soldato nel reparto di fanteria dell'esercito americano a cui toccò l'ingrato destino di scoprire il campo di concentramento di Falkenau an der Eger, (oggi Sokolov, nell'attuale Repubblica Ceca), con il suo lascito di morte e sofferenza. Un frutto maturato nel tempo, secondo il principio che egli stesso così enuncia: "Tengo sempre a mente una cosa: concentrarsi sulla concentrazione. A mio avviso è questo che manca nei film. Concentrazione significa non avere paura di nulla. Allora sì che puoi fare un film."
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