Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Senza vie di fuga. Una madre single e un giovane che è sempre vissuto all’ombra del fratello gemello, sono perseguitati da una voce misteriosa che, attraverso il cellulare, li controlla in ogni loro azione e si ritrovano così catapultati al centro di un complotto di cui ignorano i moventi. La presenza di uno sguardo invisibile che intrappola i protagonisti è uno degli elementi caratteristici del thriller spionistico. Come il personaggio di Stuart in In linea con l’assassino, anche i protagonisti di Eagle Eye sono intrappolati da un telefono che trasforma la loro vita un inferno. Per creare tensione, per far sentire la minaccia incombente, non c’è bisogno della grandiosa ambiguità del Pollack di I tre giorni del Condor o delle folgoranti e dinamiche traiettorie del cinema di Friedkin, ma basta saper affrontare il genere con mestiere. D.J. Caruso invece, malgrado la conferma di un giovane attore adatto ai film d’azione come Shia LaBeouf e l’illuminazione di Dariusz Wolski che lascia progressivamente precipitare in un abisso senza uscita, accumula azioni in modo isterico come per creare un ritmo serrato. La velocità stavolta non produce movimento. Anzi, paradossalmente rende il film ancora più statico.
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