Perso il figlio nella tragedia dello tsunami, Jeanne e Paul Bellmer sono rimasti a Phuket. Mentre il marito pare rassegnato allo stato delle cose, la moglie si aggrappa ostinatamente a quel residuo di speranza dovuto al fatto che il cadavere del bambino non sia stato ancora trovato.
Note
Intorno ai protagonisti la miseria e oscure trame di sfruttamento capitalista, in un paesaggio disastrato che si trasforma lentamente in incubo. Senza soluzione di continuità. Chiamarlo horror è decisamente riduttivo: è il ritratto devastante di un dolore materno, un viaggio nel cuore di tenebra del mondo Occidentale, in forma puramente cinematografica, senza didascalie, senza concessioni.
Lo Tsunami che ha colpito l'Indonesia il 26 dicembre 2004, assieme alla disperazione che lo stesso si è lasciato dietro, sembra dare spunto in parte alla sceneggiatura. Molto ben costruito, girato in suggestive location, perde punti solo per un brutto finale che rimanda al film di Serrador (Ma come si può uccidere un bambino?, 1976).
Incubo ad occhi aperti in cui i conti in sospeso con la cattiva coscienza dell'uomo bianco si traducono nei miserevoli inganni di una cupidigia destinata a rimanere al verde e nel rigoglio vegetale di una natura matrigna pronta a fagocitare le spoglie mortali di un padre traditore attraverso le voraci fauci dei suoi figli senza padre.
Alla ricerca del figlioletto scomparso durante lo tsunami di sei mesi prima, una coppia di professionisti occidentali intraprende un angosciante e pericoloso viaggio tra le isole e la giungla thailandese. Mentre l'uomo cerca di assecondare le disperante ossessioni di una consorte ancora sconvolta dal recente lutto, quest'ultima sprofonda sempre più in un incubo ad occhi aperti fatto di… leggi tutto
Sei mesi dopo lo tsunami del sud est asiatico dove hanno perso loro figlio,il piccolo Joshua, in Thailandia i coniugi Paul e Jeanne a una cena di beneficienza visionano un video.E Jeanne si convince(irrazionalmente) che un bimbo che si vede di spalle e che indossa una magliettina rossa sia suo figlio.Vinte le rimostranze del marito si affidano a un boss locale per cercare il bimbo nei… leggi tutto
Vinyan... ovvero lo "spirito errante", che vaga rancoroso e impaurito tra le macerie di un mondo devastato da una catastrofe naturale, alla ricerca di una spiegazione, dell'affetto perduto di cui conserva un ricordo solo generico ma prezioso e necessario.
Se lo sconcerto e la paura prendono l'animo della vittima, figurarsi la condizione di chi lo ha amato e rifiuta di accettare la sua…
*** ANTICIPAZIONI !!! *** E' sicuramente un'opera degna di nota, benché lievemente imperfetta. Gli elementi di maggiore interesse sono secondo me l'ambientazione originale con la sua l'atmosfera, e la lenta trasformazione della realtà in incubo.
All'inizio ci troviamo in un mondo simil-polanskiano, infido e misterioso. La parte del viaggio sembra infatti per buona parte sotto la…
Alla ricerca del figlioletto scomparso durante lo tsunami di sei mesi prima, una coppia di professionisti occidentali intraprende un angosciante e pericoloso viaggio tra le isole e la giungla thailandese. Mentre l'uomo cerca di assecondare le disperante ossessioni di una consorte ancora sconvolta dal recente lutto, quest'ultima sprofonda sempre più in un incubo ad occhi aperti fatto di…
“Vinyan” è – dopo “Apocalypse Now” – l’opera cinematografica più vicina a “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad: anche qui veniamo trasportati in un viaggio, dove la cupa e umida profondità della giungla diventano specchio del lato più nero dell’animo umano, facendosi nel contempo portavoce di una tragedia…
Due genitori perdono un figlio travolto nell’isola di Phuket dallo tsunami del 26 dicembre 2004. Credendo di riconoscerlo in un video amatoriale, la madre trascina il marito in una disperata ricerca attraverso gli scenari tropicali della Thailandia. Partita con toni drammatici e quasi intimisti, la vicenda si trasforma ben presto in un racconto avventuroso ed esotico, per sfociare in un…
Sarebbe stato un capolavoro se... Se non prima non ci fosse stato Coppola a fare Apocalypse now, Malick (e la sua Natura), Herzog (Aguirre e Fitzcarraldo, soprattutto), Weir (Mosquito coast), Mankiewicz (Improvvisamente, l'estate scorsa), tanto per citare i primi che vengono in mente. Molto del primo (citato ripetutamente) e un pizzico degli altri qua e la, e... voilà, il piatto…
Sei mesi dopo lo tsunami del sud est asiatico dove hanno perso loro figlio,il piccolo Joshua, in Thailandia i coniugi Paul e Jeanne a una cena di beneficienza visionano un video.E Jeanne si convince(irrazionalmente) che un bimbo che si vede di spalle e che indossa una magliettina rossa sia suo figlio.Vinte le rimostranze del marito si affidano a un boss locale per cercare il bimbo nei…
Phuket (Tailandia), 2005. Sei mesi dopo il terribile tsunami che ha sottratto loro il figlio Joshua, i coniugi francesi Paul e Jeanne Belhmer non si sono ancora ripresi dallo shock. Soprattutto la donna non si arrende all'idea di aver perduto il bambino e continua a nutrire la speranza di ritrovarlo vivo. Durante una serata di beneficenza organizzata da alcuni filantropi europei a favore…
Ma cosa dovrei scrivere, scusate, il film è stato proiettato come film fuori concorso, all'ultima mostra cinematografica internazionale di Venezia l'ottobre scorso, dove i protagonisti e lo stesso regista, alla fine della proiezione, sono stati applauditi per dieci minuti di seguito........e allora? direte! Allora a tutt'oggi non è stato proiettato nelle sale italiane. Ma si può? Ma non solo…
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Commenti (3) vedi tutti
Lo Tsunami che ha colpito l'Indonesia il 26 dicembre 2004, assieme alla disperazione che lo stesso si è lasciato dietro, sembra dare spunto in parte alla sceneggiatura. Molto ben costruito, girato in suggestive location, perde punti solo per un brutto finale che rimanda al film di Serrador (Ma come si può uccidere un bambino?, 1976).
commento di undyingUna coppia, cercando il figlio disperso, scende a poco a poco all'inferno.
leggi la recensione completa di BalivernaIncubo ad occhi aperti in cui i conti in sospeso con la cattiva coscienza dell'uomo bianco si traducono nei miserevoli inganni di una cupidigia destinata a rimanere al verde e nel rigoglio vegetale di una natura matrigna pronta a fagocitare le spoglie mortali di un padre traditore attraverso le voraci fauci dei suoi figli senza padre.
leggi la recensione completa di maurizio73