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Parlez-moi de la pluie

Regia di Agnès Jaoui vedi scheda film

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La recensione su Parlez-moi de la pluie

di bradipo68
8 stelle

E'incredibile(ma più che ci penso alla fine non è purtroppo così sorprendente) che la distribuzione italiana si lasci sfuggire questi piccoli gioielli.Non parliamo neanche di un'autrice sconosciuta perchè Agnes Jaoui è sceneggiatrice di grande qualità(oltre che di gran nome) e questo suo terzo lungometraggio segue altri due film già distribuiti in Italia come Il gusto degli altri e Così fan tutti .Senza parlare poi del suo compagno di vita  e sodale artistico Jean Pierre Bacri,che scrive assieme a lei i film e ne è anche interprete straordinario assieme alla stessa Jaoui E se non erro questo film è stato visto già in Italia,credo alla Festa del cinema di Roma.Quindi era facile anche da cogliere per la distribuzione nostrana.Evidentemente non lo hanno ritenuto all'altezza del pubblico italiano.Eppure un cinema chiaramente medio come questo manca nel nostro cinema.Il termine medio non indica la qualità di questo cinema indica solo il suo porsi,nella sua autorialità,più dalla parte del pubblico,perchè mette in scena personaggi che sembrano estratti dalla vita di tutti i giorni e per questo quindi risulta facile una certa tendenza all'identificazione.
Parlez moi de la pluie  è un film di parola e di incroci sentimentali:varie vite contigue si vanno a compenetrare in unità di luogo e di tempo.La scrittrice femminista che si vuole buttare in politica nel sud della Francia incontra la sorella(hanno da poco perso la madre).E qui incontra il figlio della domestica e un suo amico ,regista fallito(e amante della sorella della scrittrice) che vogliono girare vari documentari su donne di successo cominciando proprio da lei.E gli imprevisti non mancheranno.Agnes Jaoui riesce a descrivere con grande precisione quella generazione di mezzo (diciamo tra i 40 e i 50) con grande delicatezza riuscendo a coglierne pregi e debolezze.Soprattutto queste ultime ma con affetto quasi.I personaggi del film pur scritti,si muovono con una tale naturalezza,sono così  normali che fanno vedere subito che sono figli della vita vissuta.E per questo si tende ad empatizzarli.Il cielo estivo sempre grigio che minaccia pioggia è la metafora di quello che accade tra i protagonisti delle varie vicende  del film:tuoni,lampi ma non c'è mai rottura e se questa viene in qualche modo auspicata poi ci si arma di buona volontà e pazienza per rimettere assieme tutti i pezzi anche quelli più piccoli.E'un film corale in cui prima bisogna prendere familiarità con i personaggi ma una volta entrati nel meccanismo(ed è veramente facile) poi si viene risucchiati dentro in un vortice di amori in corso,comicità ed incomprensioni.L'intervista è la variante comica del film ,per un verso o per l'altro c'è sempre qualcosa che va male(per esempio quando trovano un posto bellissimo in montagna per realizzarla in tranquillità e si trovano nel bel mezzo di un gregge di pecore che fa sentire la sua "voce" con la scrittrice che deve cercare di parlare nell'intervallo tra una belata e l'altra) spesso per il rapporto contrastato che  hanno i due intervistatori con la tecnologia e anche per la loro inesperienza.La Jaoui inoltre non ha la pretesa di chiudere perfettamente il cerchio nel finale:le storie sono prese di passaggio,sono fotografate in un dato momento,non si sente la necessità di troncarle con un finale netto.Sarà lo spettatore in base alla sua sensibilità a ragionare del futuro di questi personaggi,a immaginarlo anche solo per gioco.Bacri si rivela il solito fenomeno davanti alla macchina da presa ma tutto il cast(in cui c'è la stesa Agnes Jaoui nella parte della scrittrice femmnista) brilla di luce propra....

Su Agnès Jaoui

niente voli pindarici in rega ma solo anto piano sequenza

Su Jamel Debbouze

bravo

Su Agnès Jaoui

anche lei è sempre molto brava e così squisitamente normale

Su Jean-Pierre Bacri

il solito fenomeno

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