Regia di Robert Wise vedi scheda film
Ecco la parabola di ascesa socio-sportiva del pugile Rocky Graziano, che Robert Wise, da signor regista qual era, riesce a non rendere pietosa. La storia, d’altronde, si prestava a letture alquanto discutibili, avrebbe potuto tranquillamente indirizzarsi verso il patetismo più estremo. Per fortuna, ciò non si verifica, e Lassù qualcuno mi ama sferra un pugno garbato, senza strafare, senza urlare il proprio racconto. Talora prolisso, ma è ovvio che sia così, data la quotidiana epicità che caratterizza un’opera del genere. Solido, robusto, ben costruito ad arte e con sagacia, è uno di quegli opus fondamentali del rinomato filone “com’erano-belli-i-film-di-una-volta”: ha una ragione di esistere ben evidente, è strutturato con intelligenza guardando sia al botteghino che all’arte, si affida a compatte interpretazioni. Spicca, e non potrebbe essere altrimenti, il giovane ma già bellissimo Paul Newman che sfida le convenzioni che non lo vorrebbero sul ring per cause fisiche ed impartisce una lezione a pubblico e critica: senza le manie da Actor’s Studio, facendo tesoro dei consigli carpiti nella stessa scuola, giocando di sottrazione (nonostante il doppiaggio nostrano in “napoletano” esageri i reali intenti della recitazione), Newman vola alto, entra nella leggenda. C’è anche Anna Maria Pierangeli, l’attrice del blockbuster casareccio Domani è troppo tardi, prima moglie di Armando Trovajoli, tristemente deceduta nell’oblio in cui cadono alcuni attori dopo la celebrità internazionale.
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