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Viaggio al centro della terra 3D

Regia di Eric Brevig vedi scheda film

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La recensione su Viaggio al centro della terra 3D

di giurista81
3 stelle

Sequel ispirato dal romanzo omonimo di Jules Verne, citato apertamente e più volte nel corso della visione, infarcito di computer grafica e di momenti, sulla carta, spettacolari. L'esecuzione finale tuttavia risente di una sceneggiatura che cerca di percorrere la strada dell'ironia, quasi a voler strizzar l'occhio alle famiglie cercando di divertire con una piega comico-avventurosa, in realtà invece il regista percorre, a poco a poco, la strada della demenzialità involontaria con una serie di sequenze che, a buon diritto, possono catalogarsi tra le "migliori boiate" della storia della cinematografia. E badate... il termine "migliori" non è un complimento.

Si parte dall'inizio e dalla fine del viaggio nel centro della terra. A differenza di Verne, che pure chiedeva molto al lettore in termini della c.d. sospensione della realtà, il regista fa scendere e riuscire il suo trio nei sotterranei raccontati dalla penna francese in modo inverosimile al mille per mille. Inoltre inizia subito a infarcire questi momenti con una serie di boiate. Terribile vedere i tre che precipitano nel vuoto per un minuto circa iniziando così a urlare per poi placarsi e fare commenti su quello che potrebbero trovare, finché uno di loro dice: "ma stiamo ancora cadendo..." e via con le nuove urla.

Cosa dire poi del momento in cui i tre, in navigazione sull'oceano sotterraneo, si trovano attaccati da dei pesci che schizzano fuori dall'acqua come in Piranha Paura di Assonitis? Già questo potrebbe bastare a catalogare la sequenza come trash allo stato puro, ma qua si va oltre ogni limite immaginario, perché i nostri, armati di mazza di legno, pensano bene di giocare a baseball con le bestie degli abissi facendo commenti divertiti, ma ancora non basta... Gli sceneggiatori pensano bene di far suonare il cellulare di uno dei tre, un ragazzino tredicenne, sebbene ci si trovi a migliaia di metri sotto terra e questo risponde dimenticandosi di dove si trova e facendo ironie ("sto partecipando a una battuta di pesca con zio..."), mentre intorno iniziano a guizzare creature marine che nemmeno al Jurassic Park è possibile ammirare.  Momento tra i più bassi della cinematografia mondiale, che fa pendere decisamente il film sul versante del demenziale. Seguono momenti posticci con un T-Rex che appare dal nulla e carica i viandanti sfondando con la testa pareti di roccia, oppure, ancor peggio, una traversata su una serie di massi sospesi in aria per effetto di un campo magnetico a cui però non sono assoggettati gli altri corpi (a parte un coltellino svizzero)....!? Terribile vedere il tredicenne che salta su questi massi come un Wonder Boy del nuovo secolo. Del finale, questa volta sul Vesuvio in luogo dello Stromboli, si è già detto... pessimo, con la mascella scheletrica di un T-Rex usata quale slitta che resiste a colpi di ogni specie...!?

Inutile soffermarsi sugli aspetti positivi (l'oceano sotterraneo cui fa da controaltare un cielo infuocato), poiché i difetti sono di gran lunga superiori. Gli attori sono incolpevoli soggetti passivi della debacle, meno invece gli appartenenti al cast tecnico dal momento che anche la fotografia e la colonna sonora non fanno gridare alla perla dando l'impressione di esser più adatte a un formato televisivo. Trascurabile alla grande.

 

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