Regia di Eric Brevig vedi scheda film
Incontri ravvicinati del terzo tipo. Anzi, della terza dimensione. La nuova evoluzione del 3D (in Italia visibile solo in un pugno di sale) migliora gli occhiali - non più le lenti rossoverdi di plastica su montatura di carta, da emicrania sicura - e soprattutto la qualità dell’immagine. A goderne l’ennesima trasposizione dell’opera più visionaria del genio Jules Verne, inventore di mondi futuri e impossibili, di diavolerie ingegnose poi divenute realtà - spesso da lui ispirate - padre dei generi e della sceneggiatura di un cinema che lui ha solo sfiorato. La sua penna ha fatto sognare a tre dimensioni - letteraria, visiva e (fanta)scientifica - e persino nelle inesperte mani dell’esordiente Eric Brevig cattura e diverte. Niente a che vedere con il bell’adattamento di Levin di mezzo secolo fa, qui il buon mestierante Brendan Fraser gigioneggia con il giovane figlio Josh Hutcherson e l’incantevole guida islandese Anita Briem in un tripudio di effetti speciali (dinosauri, pesci affamati, crolli spettacolari), battute innocue e divertenti, sentimentalismi e regia funzionali ma non sempre funzionanti. Alla fine del film la voglia di (ri)leggere Verne è enorme. Ed essendo un film per ragazzi, scusate se è poco.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta