Regia di Eric Brevig vedi scheda film
Non sono affatto pentito di aver visto questo film, che non è affatto una fregatura. Si tratta solo di collocare ogni cosa al suo posto e di giudicare mantenendo un senso delle proporzioni. Siamo di fronte ad un film di purissima avventura, destinato prevalentemente ad un pubblico molto giovane, e da questo punto di vista il film funziona in modo più che dignitoso, pieno com'è di situazioni estreme che vengono sempre superate con criteri di pura fantasia, come si addice ad un blockbuster per ragazzi grondante effetti speciali. La dichiarazione di intenti è talmente onesta che è stata aggiunta addirittura nel titolo ufficiale, con quel suffisso che esprime il senso dell'opera: "3D". E qui sta il punto: questa pellicola coinvolge ed entusiasma SOLO se vista nella condizione tecnologica per cui il film è stato creato, vale a dire il "3D". Senza il verificarsi di questa condizione, il film si riduce ad un blockbuster disneyano piuttosto scontato, costellato di momenti avventurosi tutti all'insegna del dèja-vu, dai mari in tempesta alle piante carnivore passando per i dinosauri cattivoni. Con questi presupposti sarebbe facile andarci giù pesante e criticarlo per la eccessiva semplicità e la lineare banalità dello schema, ma se ci poniamo con gli occhi di chi, con animo e spirito vergini, si accinge ad un viaggio nell'ignoto, con lo sguardo incontaminato e curioso di chi (beato lui) è ancora un ragazzino, possiamo anche divertirci. In sostanza: per uno spettatore "grande" non in possesso dei famigerati "occhialini-3D" il film appare piatto e scontatissimo, ma per un adulto che lo possa visionare nelle sale attrezzate può rappresentare una bella cavalcata nel Paese delle Meraviglie. Dunque, se risiedete in una di quelle zone dove non esistono sale dotate di visione in 3D, lasciate decisamente perdere. Il problema vero è che le "sale attrezzate" sono oggettivamente pochine. Al contrario, se avete la fortuna come me di poter frequentare una di "quelle" sale, preparatevi ad un tuffo elettrizzante nella più scatenata delle avventure. Mi rendo conto di passare per una specie di "buon selvaggio" che, arrivato nella metropoli, guarda stupefatto i grattacieli, ma io, ogni volta che entro in contatto con la dimensione del 3D, resto sbalordito come un bambino. Come ebbi modo di esprimere recensendo il cartoon "Bolt", vedendo quelle immagini di cui avverti tutto il senso di "profondità" e quegli oggetti che schizzano fuori dallo schermo, beh, ho come la sensazione bizzarra "di essermi fumato qualcosa di strano", qualcosa che abbia alterato i miei consueti criteri di percezione visiva. Se consideriamo poi che il film è stato realizzato con una tecnica nuovissima che ha ulteriormente accentuato il realismo nella resa visiva, il risultato per i nostri occhi è esaltante e, un pò, anche inquietante. Sul cast c'è poco da dire, abbiamo un Brendan Fraser che ormai sembra specializzato in questi ruoli che non è che richiedano qualità eccezionali; diciamo che Fraser se la cava, anche se, obiettivamente, per un attore i banchi di prova stanno decisamente altrove. La sceneggiatura trasuda colpi di scena, momenti pericolosi e sfide estreme contro avversità naturali capaci di emozionare un ragazzino, soprattutto poi col potente supporto tecnologico del 3D. Insomma: pura evasione, senza pensieri. Tutto questo "circo della fantasia", però non ci esime da alcune riflessioni "importanti". Proviamo a chiederci in che direzione porterà l'utilizzo di tecnologie sempre più rivoluzionarie: e qui può sorgere qualche dubbio, che per ora resta tale dato che siamo solo all'inizio di un lungo cammino. Ma se
ci interroghiamo sugli scenari possibili, può nascere il ragionevole timore che una tecnologia tutta tesa a sbalordire l'occhio, possa servire a mascherare un cinema sempre più povero di idee. Non corriamo il rischio, nei prossimi decenni, di avere a disposizione tante belle multisale (magari con 20 sale!) quasi totalmente occupate da brutti film proposti in confezioni ricche di diavolerie strabilianti? Sperare che la qualità della fruizione si accompagni ad un progresso anche nella qualità dei contenuti (leggi: soggetti/sceneggiature) equivale a chiedere troppo? Io sono per mia natura pessimista, ma -come diceva qualcuno- "non poniamo limiti alla provvidenza", e aspettiamo fiduciosi. Anche perchè poi, se ci guardiamo intorno, i bei film non mancano, basta cercarli e saperli scegliere. Il problema però si pone: e se i film validi (quelli che vivono della loro anima e che non hanno bisogno di diavolerie tecnologiche per "arrivare" al cuore delle persone) in un futuro venissero "travolti" da quelli più sofisticati tecnologicamente, calpestati e resi inutili ed anti-economici da una realtà che ne rendesse non sufficientemente redditizia la realizzazione, anche in funzione di un eventuale minore consenso di pubblico? Che le mie siano solo pippe mentali? Spero proprio che sia così, anche perchè già adesso molte multisale hanno di per sè stesse un aspetto (come dire?) un pò da giganteschi Mc Donald's ...se poi diventassero di fatto dei grandi Luna Park o Parchi Giochi, credo che ogni vero appassionato di buon cinema ne resterebbe come minimo un pò depresso. Ma basta coi pessimismi!! Inforchiamo i nostri begli occhialini e gustiamoci un fantastico film di pura evasione avventurosa. Che peraltro (ipotesi questa non disdicevole) potrebbe anche indurre qualche ragazzino ad andare in libreria o in biblioteca e richiedere un bel libro di Giulio Verne...O piuttosto a comprare l'ennesimo videogioco legato al successo del film?? Uffa, ma allora sono proprio un inguaribile pessimista guastafeste!!
Voto: 6/7
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