Regia di Jonathan Levine vedi scheda film
Strane storie, quelle del cinema indipendente americano. A volte capaci di sorprenderti per inventiva e parsimonia di mezzi, altre di spiazzarti per crudezza. Altre ancora, come nel caso di Fa' la cosa sbagliata, di oscillare tra intenti innovativi del linguaggio filmico, stramberie narrative e banalità da teen movie. È su quest'ultima dimensione che si perde il film di Jonathan Levine, ambiento nell'East Side di Manhattan nel 1994, negli anni in cui il sindaco Giuliani usò il pugno di ferro contro malavita e "feccia". Protagonista ne è Luke Shapiro (Peck), un nerd adolescente figlio di due genitori incoscienti e litigiosi, che sbarca il lunario vendendo droghe di ogni genere nascoste all'interno di un chioschetto ambulante ed è impegolato in un assurdo rapporto di amicizia con uno strizzacervelli (Kingsley) che baratta le sedute per quantitativi di droghe tutt'altro che trascurabili. Tra i due si mette la figliastra dello psicanalista (Janssen), che nel giro di un week-end svergina Luke per poi mollarlo poche ore dopo.
Al Sundance il film ha vinto il premio del pubblico come miglior film drammatico. Devono aver visto un'altra cosa, dato che questo buddy movie ha tutta l'aria della commedia, con musica hip hop a go-go, immagini e didascalie che strizzano sfacciatamente l'occhio a un certo giovanilismo cercando la carineria e l'originalità a tutti i costi. A tratti il film ci riesce ma finisce col perdersi nel raccontino di un'iniziazione erotico-sentimentale.
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