Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
Un laureando in giurisprudenza incontra il suo Lucignolo, un baro che gli fa scoprire il mondo delle partite di poker: fa un sacco di soldi, ha una relazione con una donna sposata, ma fallisce quando si tratta di fare il salto di qualità. Discesa agli inferi e successiva riemersione per un giovane di buona famiglia nella provincia italiana (Bari). Funziona per due terzi, poi pasticcia verso la fine: la parte spagnola è sciatta, non si capisce che fine faccia la cocaina, salta fuori dal nulla una sorella; e avrei trovato più logica una soluzione legata al gioco d’azzardo, non alla violenza sessuale. Germano e Riondino hanno le facce giuste per i rispettivi ruoli; Chiara Caselli è bellissima, ma non ha l’aria abbastanza torbida per frequentare bische e rimorchiare ragazzini. Un’invenzione registica apprezzabile per l’ironia sottesa: i soldi vengono nascosti fra le pagine delle opere di Marx, che stanno appollaiate ai piani alti della libreria e sono l’ultimo posto in cui qualcuno andrebbe a guardare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta