Regia di Lisa Romano vedi scheda film
Magari avessi chiuso, ma non sempre, gli occhi durante la visione. Lo spunto è interessante, anche carino, ma non può reggere per una scarsa oretta e mezza. L’intreccio giallo ha venature abbastanza pesanti e di scottante attualità (il traffico degli organi, ossia la disperazione dei nuovi poveri) e avrebbe meritato una storia più compatta e meno esile. L’esordiente Romano procede lungo due binari distinti, sulla carta avviluppati fra loro, ma in realtà stilisticamente paralleli: seppure l’una sia in funzione dell’altra, i due filoni sono radicalmente opposti (l’uno cita, invano, Almodòvar e Katherine Hepburn, l’altro aspira al coraggio civile di un Petri o di un Rosi) e, alla fine della fiera, Se chiudi gli occhi si rivela un racconto squilibrato e non di rado stonato. Qualche invenzione gustosa non manca (il provino teatrale dove il regista chiede di interpretare espressivamente l’Ulisse di Joyce e un atomo di ghiaccio e il make up sono decisamente divertenti), le due protagoniste sono abbastanza brave (specie Anna Foglietta), ma la struttura del film è troppo fragile, scriteriata, irrisolta. Resta la Sicilia nella sua incontaminata bellezza, il mare intenso del Mediterraneo e il sapore di un’operazione sbagliata.
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