Regia di Eric Besnard vedi scheda film
Succede, e non ne faccio uno scandalo. Succede, è la legge del Mercato. Succede che viene immesso sul suddetto Mercato un "pezzo da novanta" come "Terminator Salvation" e che quest'ultimo occupi, manu militari, un numero impressionante di sale. E a quel punto, come noi cinefili sappiamo bene, si innesca un meccanismo a catena nel cui ambito tutto è già deciso. In pratica esce un filmone che schiaccia tutti gli altri. A farne le spese sono quei 3 o 4 film che hanno avuto la sventura di uscire in concomitanza col suddetto filmone. Fra questi ultimi, una commedia leggera in salsa action, "Cash", di cui -lo annuncio fin d'ora- dirò tutto il bene possibile. Questo è il genere di film che i critici tendono a snobbare, e infatti se proviamo a scorrere le recensioni presenti in rete, troviamo solo atteggiamenti schifiltosi, manco i recensori avessero pestato un rifiuto canino e cercassero il più rapidamente possibile di disfarsene. Si dà il caso invece che, questo medio-piccolo film di produzione francese, leggero e frizzantino, ha suscitato l'entusiasmo del sottoscritto. Sia chiaro: il film non è per nulla originale, anzi non fa mistero di volersi collocare in un filone facilmente individuabile, che è quello delle storie di truffe e rapine, con tanto di canonica preparazione del "colpo alla cassaforte nel caveau" orchestrato dalla solita gang di ladri che non spargono sangue, ma che concentrano ogni energia nello studio dei dettagli per arrivare agli agognati diamanti neutralizzando allarmi e sistemi di sicurezza. Il primo nome che viene alla mente è ovviamente "Ocean's Eleven", al quale il film vagamente si ispira, ma la storia del cinema in realtà abbonda di soggetti che si richiamano a questo genere di imprese criminali viste con occhio ironico e sdrammmatizzante. Dunque un film brioso e per certi versi anche sciocchino, ma che tuttavia mi ha influenzato fino ad entusiasmarmi. Prima di tutto va detto che ciò che sovrasta la pellicola è quel "quid", quel tocco leggero, che soltanto i cineasti francesi possiedono e che fa la differenza. Quello stile per il quale ho sempre avuto un debole. Non c'è niente da fare: sia che siamo alle prese con un horror moderno, o con un noir, o con un film comico, il tocco da maestro degli autori francesi evidenzia una marcia in più, una sensibilità particolare, che peraltro proprio nelle pellicole brillanti (come quella di cui stiamo parlando), trova la sua più clamorosa applicazione e conferma. E questo lo si deve soprattutto alla mano sicura di un regista con un passato dedito prevalentemente alle sceneggiature, ma ciò che di più mi ha colpito è la perfezione assoluta nella composizione del cast, con attori di una bravura tale che richiama l'applauso. Piccola parentesi per segnalare che, curiosamente, forse la sola performance carente è proprio quella di Valeria Golino, pur essendo il suo nome quello che più risalta nei manifesti e nei trailers. Tutti gli altri sono straordinari. Su tutti il protagonista Jean Dujardin (che non conoscevo ma che pare in Francia sia attore comico popolarissimo e che a tratti pare ispirarsi a Jean-Paul Belmondo) e poi un Jean Reno che così brillante e simpatico fanfarone non s'era mai visto. E poi...e poi...c'è colei che mi ha fatto perdere la testa, quella meravigliosa creatura che è Alice Taglioni, una delle donne più belle del mondo, un metro e ottanta di fascino ed eleganza che si fece conoscere da noi con "Una top model nel mio letto". Ma bisogna dire che anche nella scelta dei ruoli "di contorno" si è toccato l'eccellenza. E mi riferisco al noto attore irlandese di formazione shakespeariana Ciaran Hinds, che avevamo visto ne "il Petroliere" di Anderson, qui nei panni di un durissimo commissario di polizia. Ma soprattutto è da segnalare Francois Berleand, attore amato da Chabrol, qui nelle vesti di un vecchio ladro-falsario-truffatore balordo ma attraversato da una deliziosa vena di nostalgica malinconia: la sua è una faccia bellissima, una sorprendente "maschera" di anziano, di quelle che non si trovano nemmeno setacciando Hollywood. E poi ci sarebbe anche un altro aspetto, che ho scelto solo di sfiorare, perchè immagino per qualcuno potrebbe apparire tedioso. Mi riferisco al commento musicale, che rappresenta una sorta di omaggio all'organo Hammond, strumento particolare il cui suono vanta una schiera di appassionati e cultori (fra cui anche il sottoscritto). I vari momenti del film sono infatti "suggellati" da stacchetti funky deliziosi, fino allo "sbracamento finale", con un commento sonoro totalmente funky che accompagna le sequenze finali con una carica di ritmo irresistibile. Cento minuti di brillantezza, simpatia, leggerezza, come raramente capita di vedere al cinema di questi tempi. Peccato solo si tratti di un flop annunciato, per i motivi che ho già spiegato in partenza. Per dire, nella multisala dove ho visto il film, il solito blockbuster "pigliatutto" ha fatto sì che la sala fosse popolata di sole tre persone (me compreso), mentre tutti facevano a pugni (si fa per dire) per il filmone della settimana. Un giornalista ha definito questo un film "bulimico" (!), riferendosi chiaramente ad una osservazione critica che un pò tutti hanno mosso a questo prodotto, cioè quella di essere eccessivamente farcito di colpi di scena, di doppiogiochismo e di depistaggi, al punto -secondo i detrattori- di confondere le idee allo spettatore. Ecco la mia replica. In un'epoca in cui gli sceneggiatori raschiano il fondo del barile privi di idee, qui abbiamo uno sceneggiatore-regista (Eric Besnard) che, su una base già consolidata, tesse una trama brillantissima nonchè ricca di personaggi e di "movimenti"...e noi ce ne dovremmo lamentare?? Date retta: se cercate una commedia frizzante, un pò pochade e un pò action movie, per passare una serata divertente, questo è il film giusto.
Voto: 9
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