Regia di Joe Johnston vedi scheda film
Lupo mannaro (sud)americano a Londra? Naaaa, anche se posso capire l’intenzione di restituire spolvero alla figura del licantropo in un momento in cui la settima arte non ha occhi che per i cugini vampiri. Peccato però che tale tentativo sia risultato di una banalità disarmante. La classica maledizione che si tramanda di generazione in generazione e che solo l’amore potrà spezzare. Tolta una rapida ed allucinata incursione nel mondo dei manicomi – sempre inquietanti – il film di Joe Johnston è un ammasso di luoghi comuni e faide familiari facilmente prevedibili e francamente poco entusiasmanti. Un flop clamoroso nelle filmografie dei rispettivi protagonisti, in quella di Del Toro in primis, costantemente spaesato, e in quella di Hopkins che archivia svogliatamente il ruolo di papà villain con un paio di ghigni alla Lecter. Stesso discorso per Emily Blunt e Hugo Weaving, sprecati in ruoli quantomeno impalpabili. Come dire, pezzi da novanta in un filmetto che è sul livello di “Cappuccetto rosso sangue”. Allora, giusto per citare i primi che mi vengono in mente, molto meglio i lupi in carriera di Nichols in "Wolf" o quello teen con la canotta da basket in "Voglia di vincere". Altri tempi.
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