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Wolfman

Regia di Joe Johnston vedi scheda film

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La recensione su Wolfman

di supadany
6 stelle

Wolfman” è un blockbuster anomalo per svariati motivi, purtroppo martoriato da divergenze produttive che ne hanno minato la consistenza, e questo è abbastanza palese vedendo il risultato finale, un prodotto assai distante dalla produzione media dell’onesto Joe Johnston (ci sarebbe anche da capire quanto del lavoro sia farina del suo sacco), con virate sanguinolente molto forti ed impreviste.

Lawrence (Benicio Del Toro) viene convinto dalla bella Gwen (Emily Blunt) a fare ritorno nella tenuta di famiglia, gestita dal di lui padre (Anthony Hopkins), per aiutarla a trovare suo marito, fratello di Lawrence.

Purtroppo quando ci arriva, è stato da poco trovato il suo cadavere, mentre la paura impazza per una misteriosa creatura che, quando c’è la luna piena, uccide chiunque trovi.

Quando questa incontrerà Lawrence lo morderà trasformandolo a sua volta in licantropo, costringendolo a scappare dalla polizia, facendo stragi e mettendolo alla prova nella risoluzione dei conti legati al passato della famiglia col suo misterioso padre.

 

 

Il film alterna cose buone ad altre assai meno interessanti.

Così veniamo subito immersi nel clima notturno (in generale convince l’ambientazione) con un agguato della creatura, che regala subito un paio di soprassalti, poi l’interesse cala, accade ben poco, fino al poderoso attacco all’accampamento degli zingari.

E così via si procede a strappi, quando l’azione, più truce delle mie previsioni (ed è una gradita sorpresa, il sangue schizza), domina la scena (vedi anche la fuga dal manicomio di Londra), lo spettacolo è ampiamente garantito, mentre le cose vanno meno bene nei momenti di calma.

Questo anche perché i personaggi non sono molto approfonditi, per quanto ci sia alle spalle una storia tumultuosa, credo proprio che si potesse escogitare qualcosa di migliore (anche se non mancano lampi improvvisi, vedi le visioni di Lawrence), soprattutto per quanto riguarda il personaggio del padre.

Purtroppo il finale è abbastanza rinunciatario e velocemente dimenticabile, forse durante le riprese erano arrivati a un punto di non ritorno, fatto sta che la trasformazione del secondo licantropo non è all’altezza di quella del protagonista (sembra un po’ un peluche).

Insomma un film che alterna pregi e difetti con una certa costanza, probabilmente fragile nel complesso, ma anche in grado di offrire alcune sorprese e uno spettacolo meno evanescente del previsto, considerate tutte le problematiche sorte durante la sua gestazione.

Non del tutto riuscito, ma anche affascinante.

 

Joe Johnston

Regia diversa dal solito per lui (resta sempre da capire quanta farina ci sia del suo sacco), molto seriosa e altalenante.

A suo agio nei momenti concitati, poco incisivo quando il ritmo cala.

Emily Blunt

Abbastanza gradevole.

Anthony Hopkins

Non un grande personaggio il suo, ma qualche espressione riuscita la regala comunque.

Benicio Del Toro

Anima e corpo di tutta l'operazione (compare anche tra i produttori), pur non esprimendosi ai suoi massimi livelli (per dirla tutta, molto alti).

Hugo Weaving

Interessante il suo ispettore.

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