Regia di Gavin Hood vedi scheda film
Risultato complessivamente discreto. In realtà, l'inizio sarebbe addirittura distinto e lo svolgimento assai buono. Ma il tutto è irrimediabilmente compromesso da un finale che mi ha deluso nel profondo: patetico per la sua esagerazione è lo scontro con l'ultimo avversario, al pari della dabbenaggine dimostrata nelle scelte riguardanti l'epilogo di certi personaggi. Questo è quanto ha causato il crollo nel mio giudizio, che permane tuttavia positivo. Sì, perché il resto è in generale sostanzialmente guardabile e meritevole di essere visto.
Dopo X-Men (2000), X-Men 2 (2003) e X-Men – Conflitto Finale (2006), questo spin-off intende focalizzarsi sulle origini di Wolverine soltanto. Una boccata d'ossigeno dopo il pasticcio del terzo capitolo della trilogia. Certo, non tutte le promesse vengono mantenute: ad esempio, non è proprio vero che il film sia incentrato su un solo protagonista, dato che ottiene la sua buona dose di "comparse" mutati ad infarcire la trama (con ogni pro e contro del caso); inoltre, risaltano alcune incongruenze con quanto visto in precedenza (sebbene non sia propriamente necessario alla comprensione di quanto accade qui, che è abbastanza indipendente... si perderebbero solo alcune citazioni e riferimenti più o meno illustri), in quella che sulla carta dovrebbe comunque costituire la medesima saga.
L'intreccio non è nulla di eccezionale, essendo noto a ciascuno di noi come sarebbe andata a finire (è un prequel). Cerca comunque l'inserimento di qualche colpo di scena, riuscendovi almeno in parte. Alcuni fra i personaggi funzionano, ma averne un numero inferiore avrebbe forse giovato. A conti fatti, sono più un danno che altro. Distolgono l'attenzione dal primo attore. E finiscono per essere comunque solo appena accennati. Stucchevole è la conclusione, che poteva essere decisamente migliore.
Convincenti sono gli interpreti nei ruoli principali, in particolare i navigati Hugh Jackman (Logan / Wolverine) e Liev Schreiber (Victor Creed / Sabretooth). Avvincente la storia narrata, tutto sommato, e più che adeguata la colonna sonora. Consigliato. Intrattiene e non annoia. Pronti ad affilare gli artigli? Da incrociare in vista del futuro "sequel" ambientato in Giappone, anticipato da una delle due scene presenti in alternativa dopo i titoli di coda. Intenzioni poi in realtà, in maniera diversa, concretizzatesi qualche anno dopo in Wolverine l'Immortale (2013).
Canada, metà '800. Il piccolo John Howlett scopre di essere un mutante. Fuggito con il fratello Dog, combatteranno inseme la Guerra di Secessione, la Prima e la Seconda Mondiale e anche quella del Vietnam. Poi le loro strade si divideranno: John, diventato Logan alias Wolverine, è angosciato dalla sua potenzialità distruttrice, mentre Dog, noto come Victor Creed, se ne compiace e accetta di seguire il colonnello Stryker, determinato a sfruttare a modo suo i loro poteri.
Non sempre conduce a buon fine le buone intuizioni, sprecando l'occasione.
Bravo, bella prova. Un intenso Logan/Wolverine che riesce a reggere il film sulle proprie spalle.
Buona sorpresa. Non mi aspettavo un riuscito e credibile Victor Creed alias Sabretooth.
La deliziosa Kayla, Silver Fox.
Un William Stryker non eccezionale, ma dalla giusta ambiguità.
Buca lo schermo come Wade Wilson, ovvero Deadpool.
Grandi aspettative per Remy LeBeau e non delude. Solo, Gambit è sacrificato nei tempi.
Bravo nel restituire la giusta malinconia nel piccolo ruolo di Chris Bradley alias Bolt.
Ha il giusto fisico per Frederick J. Dukes alias Blob.
Harry Gregson-Williams dimostra ancora una volta di conoscere il proprio mestiere e firma un discreto accompagnamento con le sue musiche, a tratti notevoli.
Il finale. Poi mi sarei davvero focalizzato sul Wolverine, tagliando tanti fra i mutanti aggiuntivi nel film.
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