Regia di Gavin Hood vedi scheda film
Il prequel, vizio del cinema moderno e di una Marvel che nel cinema trovò la salvezza e ora non rinuncia a una briciola, serve troppo spesso a nascondere crisi d’idee. Ma X-Men Le origini. Wolverine era necessario, nella saga dei mutanti Logan ha sempre fatto storia (e testata) a sé. Cinque anni la gestazione del film, poi Hugh Jackman, protagonista e produttore, rinunciò al mediocre Brett Ratner (suo il terzo imbarazzante X-Men, dopo le ottime prove di Bryan Singer) per il premio Oscar Gavin Hood. Cosa c’entrassero Tsotsi e Rendition con James Howlett detto Logan era difficile capirlo allora, lo è ancora di più oggi. Hood gira bene, anche qui dà la sua stoccata alla guerra preventiva (il mad doctor se ne fa portavoce), si diverte con l’alto budget, ma è un pesce fuor d’acqua. Sceglie il gonfio Liev Schreiber per interpretare Victor Creed, fratello coltello (anzi artiglio), sfrutta la sensualità del suo protagonista con riprese ormonali dello scultoreo corpo di Jackman nell’esperimento dell’adamantio e fuga conseguente, “accetta” battute in sceneggiatura che nascondono solo umorismo involontario. Origini poteva diventare una pellicola epica, mitica, tragica, invece è solo la dozzinale giustificazione di un pessimo carattere.
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