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X-Men. Le origini: Wolverine

Regia di Gavin Hood vedi scheda film

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La recensione su X-Men. Le origini: Wolverine

di will kane
6 stelle

Conclusa ( per il momento, con Hollywood non si sa mai...) la saga degli Uomini X vera e propria, parte il progetto di una specie di indotto che porterà a vari "spin-off" su Magneto, Deadpool(il mutante superkiller creato in questo film), e alla prima squadra originale degli X-Men:inevitabile che la scelta primaria cadesse su Wolverine, il personaggio più carismatico e meno allineato dei mutanti, con tutto il bagaglio di mistero e vissuto violento accennato per anni e recentemente illustrato. Hugh Jackman si è così immerso nell'avventura da produrre egli stesso questo "Wolverine" che dovrebbe, visto anche l'ottimo riscontro commerciale, aprire una nuova trilogia, con prossima fermata il Giappone: curiosamente affidato ad un regista venuto dall'impegno come il sudafricano Gavin Hood, il kolossal sul "Ghiottone" ha ottenuto recensioni tiepide nei migliori casi, quando non vere e proprie stroncature, mentre il pubblico sembra gradire non poco le avventure combattenti dell'eroe artigliato. Nei soli titoli di testa Wolverine attraversa ogni guerra in cui sono coinvolti gli USA dal 1845 al 1980, in cui dovrebbe svolgersi la vicenda delle origini dell'Arma X come l'abbiamo conosciuto sui fumetti ed al cinema:in pratica, egli ed il fratello Victor,che diverrà poi la nemesi Sabretooth sono due licantropi non compiuti, quasi immortali e animati da un'aggressività congenita che se ha dei limiti nel caso del protagonista, nell'altro si spinge verso una furia omicida incontrollabile. Benchè l'estetica di Hood sposi in pieno quella del videogame più moderno ed esagerato, dalla sua ha una tenuta di ritmo notevole, che rende "Wolverine" un giocattolone avvincente in cui i fan dei comics si divertiranno a riconoscere molti dei caratteri che,a partire dal cajun Gambit in precedenza,chissà perchè, sono stati esclusi dai creatori della serie al cinema. Se Jackman si conferma interprete molto fisico e comunque espressivo, di Schreiber emerge la minacciosità sin qui rimasta vaga:data la forte connotazione muscolare del personaggio, e considerato che per l'attore di "The prestige" sono giunti i quarant'anni, non credo che per il nuovo capitolo ci sia molto da aspettare.

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