Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Prima parte di due, che tratteggia un periodo della vita di Ernesto Che Guevara, cioè dall’incontro con Fidel Castro fino alla vittoria contro la dittatura cubana, oltre a raccontare il viaggio che farà Guevara, qualche anno dopo, in USA e all’ONU.
Benicio Del Toro è un ottimo Che, e il film non è male, ma…
In primis, ha il respiro un po’ corto di un’operazione forse più adatta alla tv che al cinema, almeno per come è strutturata (malgrado una produzione che comunque ha speso abbastanza). Il Che emerge soprattutto per i suoi atti, che per fortuna erano legati a un grande spessore morale, così che dalla sua azione si capisce lo stesso l’uomo. Il difetto è che questo film è troppo didascalico nel raccontare cosa è successo, e anche se Guevara è in ogni inquadratura, paradossalmente alla fine non ne sai molto di lui, se non quello che fece (tanto di cappello) e le motivazioni che lo spingevano. Insomma, l’ho trovato un po’ superficiale, anche se poi sono due ore che ti volano via, perché sono vicende oggettivamente appassionanti. Questo benedetto Che, alla fine, era un grande, con una personalità enorme, e questi film aiutano a capire molto più di sciocchi slogan o di pregiudizi senza senso. Era avanti, molto avanti per quegli anni, aveva già capito tutto, l’Ernesto. Come film, sarei comunque per un 7, malgrado la regia un po’ piatta di Soderbergh. Il film, con la seconda parte, partecipò a Cannes, ma fu battuto da La classe, che non ho ancora visto. Benicio fu però premiato come migliore attore. Gli incassi hanno coperto le spese, o giù di lì.
Anche se il risultato non è malvagio, non mi ha convinto
Molto bene, come al solito, ma niente di indimenticabile.
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