Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Oltre alla strepitosa interpretazione di Benicio Del Toro, la cosa che mi ha sconcertato di più è stato il fatto che la biografia di uno dei personaggi più estremi di tutta la storia contemporanea sia stata messa in scena con oggettività ed efficiacia da un regista come Soderbergh. Un discontinuo per antonomasia, uno che pensavo fosse ingranaggio e vittima del mainstream ed invece, questo suo Che - L'Argentino, è una pellicola che va dritta al sodo e che fornisce un excursus sulla situazione cubana senza compromessi e soprattutto non curante della posizione statunitense a riguardo e lo fa attraverso gli occhi, le parole e le gesta di uno dei più grandi rivoluzionari dei nostri tempi. Un uomo votato anima e corpo alla causa e che per essa abbandonerà famiglia e carriera medica a vantaggio della lotta armata e dei cubani che ne faranno un simbolo in tutto il mondo. Stratega militare lo diventerà sul campo dopo anni di guerriglia ma in primis rimane un mentore, un idealista, colui che punterà sull' istruzione delle truppe perchè, come dirà Lui stesso dopo la presa di Santa Clara, prima si vince la guerra e poi cominca la rivoluzione.
Soderbergh alterna i piani temporali della vicenda offrendoci in bianco e nero la parte diplomatica degli anni '60 e a colori l' avanzata rivoluzionaria nella Sierra Madre ; all' inizio c' è il rischio di rimanere disorientati perchè non vi è soluzione di continuità ma passati i primi 15/20 minuti, i tasselli iniziano ad andare tutti al loro posto e senza accorgersene si diventa un tuttuno con il carismatico protagonista eccezionalmente interpretato da un Benicio Del Toro in costante stato di grazia.
Non ho ancora visto la seconda parte a completamento del dittico ma nel frattempo non esiterei a consigliare la proiezione di questo primo film nelle scuole.
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