Regia di Uwe Boll vedi scheda film
Storie di follia statunitense a Paradise City. Dude vive in una roulotte e cerca riscatto da una vita da nerd. Per dare una mano allo zio Dave, improvvisato guru psichedelico dell’amore, che ha un problema col fisco, progetta il furto di costose, orribili bambole a una festa di birraioli tedeschi. Ma Osama Bin Laden e i suoi stanno mettendo a punto lo stesso piano. A raccontarlo così sembra un delirio, e infatti lo è. Uwe Boll è il regista che ha sfidato i critici detrattori a un incontro di boxe, e che lamenta la mancanza di spazio per un cinema non omologato. Questo film girato tutto in Canada vorrebbe criticare l’alienazione, l’imbarbarimento e la cecità politica dell’America post 11 settembre (Bush e Osama a braccetto) e ribaltare la correlazione tra videogiochi e violenza (l’ispirazione di Postal è un videogioco omonimo). La tecnica non gli manca, ma l’ironia sì. Poche trovate comiche, molti effettacci da sparatutto, come la carneficina di bambini. Nudo frontale di Dave Foley e un cameo di Seymour Cassel. Bah.
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