Regia di Pablo Benedetti, Davide Sordella vedi scheda film
A Torino, un travestito marocchino di nome Shakira cuce i migliori vestiti per le spose. Come Zina, che in contrasto con la tradizione, si presenta non più vergine alle nozze. Lei chiede a lui di accompagnarla in patria non solo per scegliere le stoffe, ma per arrivare a Casablanca, dove poter ricostruire chirurgicamente la sua “purezza”. Passando per i set leoniani di Almeria, arrivano in Marocco, dove lei scopre che lui lì torna a essere il virile Aziz, padre di un bambino che lo chiama “zio”. Tra cinema verità (sguardo in camera) e puro dramma (confessioni allo specchio) i due protagonisti si spogliano di ogni struttura, lasciando esprimere il desiderio indicibile e assoluto. È ispirato a una storia vera questo racconto di formazione in cui il coraggio è (essere) donna. Per Davide Sordella e Pablo Benedetti (già coautori di Fratelli di sangue) riportare a “km zero” i loro disinvolti protagonisti vuol dire non solo riavvicinarsi alle origini o a una sessualità dovuta o voluta, ma alla libertà. Si guarda alla (omo)sessualità in relazione alla famiglia, con uno stile semplice, diretto e talvolta naïf. Come quello delle pagine poetiche e salate dello scrittore marocchino Rachid O. (Il bambino incantato, Quel che resta).
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