La recensione su Hancock

di champagne1

6 stelle

Steso su una panchina, con una bottiglia di whisky semivuota stretta in una mano e in condizioni igieniche raccapriccianti, Hancock sembra tutto tranne che un supereroe. Eppure egli possiede il dono di una forza sovrumana, la capacità di volare e soprattutto la immortalità.

L'istinto di proteggere la gente non si è mai sopito in lui, ma quando interviene a bloccare le azioni criminali, si muove in maniera goffa, sempre sotto i fumi dell'alcool, e causa danni materiali e costi ingenti per la comunità, al punto da essere considerato peggiore del male che lui vorrebbe combattere ed essere citato in giudizio dalla stessa Contea in cui vive.

Per fortuna un giorno conosce Ray, idealista promoter di pubbliche relazioni, che si mette in testa di renderlo un po' meno impopolare agli occhi della pubblica opinione...

Abituati alle figure di supereroi a tutto tondo, o buonissimi o cattivissimi, si rimane forse un po' spiazzati da questo personaggio rozzo e vizioso. La sceneggiatura vuole portare lo spettatore a considerare questa terza possibilità, anche se poi vira più sul tradizionale a metà del film. Alla fine il colpo di scena spiazzante sulle origini e il perché di quell'atteggiamento sembra rallentare l'evoluzione della storia per poi fargli riprendere una traiettoria più dinamica nel finale.

Peter Berg, a 10 anni dal suo debutto con una commedia-noir (Very Bad Things), affronta il tema con un tono leggero ma per certi versi arguto, senza risparmiarsi i giochini tipici del film di genere, compreso un massiccio uso di effetti speciali digitali, ma senza basarsi esclusivamente su di essi.

Ne scaturisce una storia comunque divertente e abbastanza originale, con aspetti anche di una certa trasgressività rispetto alla seriosa tradizione marveliana o similare, che sarebbe potuta essere anche più accentuata se Berg non avesse dovuto tagliare alcune scene, di cui una in cui Hancock si esibiva in una spettacolare eiaculazione durante un rapporto sessuale.

Nel cast in cui Will Smith col broncio parla poco e grugnisce molto (e forse questo lo rende più efficace), la Teron fa sempre la sua bella figura, mentre come spalla agisce efficacemente il bravo Jason Bateman.