Regia di Claudio Serughetti vedi scheda film
Come nell’Adorabile descritto da Arthur Rimbaud, come Terence Stamp nel Teorema pasoliniano, l’Ospite inatteso «è venuto, se n’è andato, e forse non tornerà mai più». Citazioni colte e un fin troppo esplicito omaggio a Pier Paolo Pasolini, per raccontare l’arrivo di un filmaker italo-francese (lo stesso regista Claudio Serughetti) nell’appartamento romano di cinque aspiranti attrici. Il suo è un gesto disperato, è giunto in Italia - qui e ora - per cercare soldi e un produttore. Digitale e costi bassissimi per Il nostro Messia, che flirtando con la finzione è esempio di cinema indipendente, realizzato attraverso l’ormai collaudata formula the coproducers. Prestazioni di attori, maestranze e fornitori sono retribuite con quote del film. Si critica la deficienza creativa ed economica italiana, conducendo una crociata tragicamente attuale. Un importante messaggio che si perde infelicemente dinnanzi alla superficialità di personaggi ed episodi. Macchiettistici, piatti, pretenziosi. Riprendere a grandi linee il nucleo narrativo di Teorema peggiora le cose. Ci ricorda Pasolini, il suo approccio sottile e arguto, il suo reale disgusto, il tocco leggero e ispirato del suo discorso critico.
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