Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
"Quale attore ti piacerebbe essere?" "mm... De Niro..." "Ma perchè?" "Perchè io... vedo... De Niro... che... spacca tutto... sì, lui che spacca tutto...". Morbosamente affascinato dalla figura di un calciatore piuttosto bravo e di un esempio di vita da denigrare e contro cui puntare il dito per l'eternità, Kusturica si reca in Argentina ad intervistare Diego Maradona, ormai 45enne bolso che si occupa principalmente di amministrare il suo culto e trasformarlo in denaro. Il documentario si trasforma così immediatamente in spregiudicata agiografia di un santo vivente, nella quale il protagonista ha carta bianca per pontificare e sproloquiare su tutto ciò che gli viene in mente; il pianeta lo sa, Maradona ama parlare (soprattutto di sè stesso), ma non agire (se non a favore di sè stesso, appunto), è il profeta dell'immagine senza contenuto, eppure Kusturica tutto questo pare ignorarlo. Crediamo nella sua buona fede, ma non possiamo che storcere il naso quando ci viene recapitata questa chiassosa testimonianza ignorante: ignorante della vera vita di uno scapestrato tossico, marito infedele con figli illegittimi a carico, religiosissimo adulterino sempre col crocifisso addosso in bella evidenza, ipocrita fatto e finito (amo l'Italia, l'Italia mi fa schifo), antisportivo graziato incomprensibilmente dopo aver rubato un campionato mondiale - cosa di cui si vanta peraltro ancora vent'anni dopo, in questo film, mentre farebbe bene a ringraziare per non essere stato radiato a vita dallo sport e a tacere per sempre. Un vero pasticcio, Kusturica: gaia disinformazione e martirizzazione/santificazione di un carnefice. Una stelletta in meno per il patetico finale in cui Maradona si paragona implicitamente a Gesù Cristo e nessuno lo ferma ('io sapevo già tutto prima, da quando ero piccolo').
Kusturica va a trovare il suo idolo Maradona e gli lascia un microfono aperto davanti, per fargli raccontare la sua versione della sua vita. I due poi volano in Italia ed in Jugoslavia, mentre prosegue l'incessante ed irritante sermone maradoniano e le immagini si alternano con quelle della vita del giocatore, sul campo e fuori (l'incontro con Castro, quello con Chavez).
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