Regia di Robert Benton vedi scheda film
Secondo me è un giallo riuscito, e non privo di fascino. Mi è piaciuta soprattutto l’atmosfera cupa, la fotografia scura, i suoni rarefatti di molte scene (anche di dialogo). Con l’aria che tira oggi nel cinema americano, un film così, girato con i divi del momento, è praticamente impensabile. Alcuni episodi si distinguono per la tensione che il regista riesce a dargli, come le scene alla lavanderia nella cantina del palazzo e la sequenza del furtivo introdursi del protagonista nell’ufficio della co-protagonista. Degno di nota è secondo me anche il sogno della vittima, che è riprodotto con vero senso onirico: ombre e luci soffuse, ambienti infidi, strani avvenimenti e strani oggetti proprio come nei sogni. Anch’io ho finito per spaventarmi per quella inquietante bambina che segue la vittima per i meandri della casa. Vista la presenza della psicanalisi nel film, il rischio di avere un sogno finto e pensato a tavolino da un fanatico di questa scienza era grande, ma viene evitato bene. Anche la soluzione del giallo è secondo me verosimile.
Roy Scheider se la cava, ma forse è un tantino statico. La Streep, invece, è perfetta nella parte della donna misteriosa, ambigua, e innocente fino ad un certo punto, e si può dire che riproponga in parte il suo personaggio di “La donna del tenente francese”.
Complimenti anche ai traduttori per il doppiaggio per come hanno risolto la questione della scatola del sogno, che viene tradotta, doversamente dall'inglese, con “solido verde", facendo così calzare la spiegazione del mistero.
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