Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film
Esordio davvero fulminante per Steve Mc Queen (nulla a che spartire con l'attore di Papillon, ovviamente), che nel 2008 inizia la sua avventura nel cinema di fiction descrivendo, senza inutili indulgenze, ma con tenace realismo, la cruda protesta di un gruppo di detenuti dell'Irlanda del Nord nei primi anni '80; costoro per primi daranno vita ad un drammatico digiuno per protestare a favore del riconoscimento del loro status di prigionieri politici, fino a quel momento negato a scapito di una parificazione ai delinquenti comuni.
Nel corso della pellicola la vicenza si concentra su uno in particolare dei prigionieri, Bobby Sands, che per primo decise di sacrificarsi al mortale digiuno, che gli costo' la vita dopo sessantasei giorni di lenta, inesorabile agonia.
Michael Fassbender, che in Steve Mc Queen ha trovato nel contempo il suo carnefice e il suo trampolino di lancio (il regista lo ha appena diretto nell'apprezzatissimo Shame, per il quale il bravo attore ormai lanciatissimo ha ricevuto la coppa Volpi alla appena conclusa Mostra veneziana impersonando un perverso erotomane), fornisce una interpretazione davvero sconvolgente per mutazione fisica e resa espressiva (paragonabile alla choccante performance di Christian Bale qualche anno addietro in "L'uomo senza sonno", ma qui ancor piu' drammatica quanto a realismo). La pellicola lo vede altresi' duettare in un lungo appassionante faccia a faccia con lo straordinario Liam Cunningham, nel ruolo di un prete non convenzionale e schietto che tenta in tutti i modi di farlo desistere.
Cinema ai massimi livelli a sostegno di un impegno politico e civile per uno dei tanti devastanti scontri civili che dilanieranno per chissa' quanto la nostra tormentata civilta', i nostri labili confini, le fragili barriere che dividono mondi e civilta' difficilmente amalgamabili.
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