Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
1978, Santiago del Cile. Raul, ballerino di quart’ordine cinquantaduenne, si presenta ad un programma TV per fare Tony Manero. Il personaggio de LA FEBBRE DEL SABATO SERA interpretato da John Travolta è la sua ossessione, conosce a memoria le battute del film e prepara una coreografia sulle note dei Bee Gees. Frequenta le tavole scalcagnate di un infimo locale gestito dalla ex moglie. Nonostante l’impotenza sessuale è amato da una donna del suo corpo di ballo, a sua volta madre di una ragazzina fidanzata con Gojo, amico e secondo ballerino del gruppo. Raul per realizzare il suo sogno e per ricostruire il pavimento sfasciato del teatrino e creare un effetto luce che rassomigli alla discoteca in cui balla il vero Tony Manero è disposto a tutto. Ad un’anziana signora ruba un televisore a colori per poi rivenderlo, quando al cinema smontano l’amato LA FEBBRE… per proiettare GREASE, in un raptus di follia “controllata” uccide il proiezionista, la cassiera e ruba l’incasso. Dopo il debutto dello spettacolo, tenta di concupire la figlia dell’amante. Per prendere il posto di Gojo nel concorso televisivo sui sosia di Tony Manero imbratta di feci il vestito bianco di scena del suo rivale. Raul dà il massimo ma arriva secondo. E’ facile intuire che cosa abbia in mente quando si mette a inseguire il primo arrivato sulla via del ritorno a casa. TONY MANERO è stato una sorpresa in una sezione del Festival di Cannes e vincitore del Torino Film Festival diretto da Nanni Moretti. Ambientato durante la dittatura di Pinochet è un’opera metaforica su quel periodo grigio e triste del Cile. Lo squallore degli ambienti in generali, la crisi economica, il clima di tensione, le strade deserte presidiate da soldati e spie raccontano meglio di qualsiasi reportage giornalistico o libro di storia. Il personaggio di Raul, poi, è ambiguo, cinico nei rapporti umani promiscui, indifferente a tutto, meschino e crudele nell’inseguire il suo sogno ridicolo di riscatto imitando un’icona effimera proveniente dall’America, impunito nei suoi delitti come lo fu il regime di Pinochet a livello internazionale. Tanto di cappello al regista Pablo Larrain e all’attore-sceneggiatore Alfredo Castro.
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