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De la guerre. Della guerra

Regia di Bertrand Bonello vedi scheda film

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La recensione su De la guerre. Della guerra

di FilmTv Rivista
8 stelle

Bertrand, professione: regista, parla del suo prossimo film. Di un uomo e della sua indecisione, del suo non scegliere e, dunque, infine, del suo non avere forma, del suo farsi fantasma. Durante i sopralluoghi vive un’esperienza radicale, sublime ed estatica: rimane rinchiuso in una bara, solo con se stesso, sospeso in una non morte. Il giorno seguente incontra un uomo che lo introduce al Regno, castello in cui una guru italiana accompagna i fratelli di setta verso il piacere. Che «devi guadagnare, come devi vincere una guerra». Quarto lungometraggio di Bertrand Bonello (Il pornografo) è la messa in scena, onirica e carnale, di una ricerca esistenziale: non un percorso di formazione, da A a B, ma una danza scomposta, scevra da mete, una pacata rivoluzione permanente, inquieta verso ogni stabile definizione. Così De la guerre. Della guerra si nega a facili assolutismi, si sottrae al giudizio e non conosce catarsi, offrendosi e offrendoci il piacere di un cinema puro, sensoriale e antintellettuale, e il piacere dell’uomo, goffo e ingenuo, vivo, vero. Con coraggio si sfilaccia in frammenti, esplora ciò che ottusamente chiamiamo ridicolo, cerca di cogliere la misura tragicomica dell’umanità. Il cinema di Bonello è, sempre, un tentativo. E questo è il suo capolavoro.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 27 del 2012

Autore: Giulio Sangiorgio

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