Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
Okrasa è un perdente a tutto campo e questo è uno dei film più teneri e struggenti che io abbia visto fino ad oggi. Okrasa è l'emblema della solitudine, dell'ingiustizia e, nell'epilogo, anche dell'ingratitudine. Okrasa è un uomo ferito e violentato anche nei semplici gesti di ogni giorno che si rifugia nell'illusione di un improbabile quanto fantasticato rapporto ai limiti dell'allucinazione. Negli occhi disperati e umiliati della giovane Anna, Okrasa rivede se stesso e per questo, a mio parere, se ne innamora. Okrasa è un uomo senza scampo e questo resta un film che, rivisto oggi per la seconda volta, mi ha confermato le impressioni di prima visione. E quel muro disadorno (per chi vorrà vedere il film) rimane lo scenario anche di molti solitari immersi nell'era della comunicazione di massa che sempre di più sta diventando incomunicabilità di massa. Comprendo che non sia un film per tutti, nel senso che è un film che presuppone determinate visioni esistenziali e anche un particolare vissuto per essere apprezzato, ma rimane a mio parere un esempio di grande cinema per altro mai giunto in Italia se non attraverso il solito "Fuori orario" per nottambuli.
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