Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
Un film morbido e intenso che all'improvviso frusta lo spettatore con flashback violentemente chiarificatori. Beh (sciaguratamente...) è il primo lavoro di Skolimovski che vedo quindi volo assai basso... Ma Quattro notti con Anna è una di quelle pellicole sornione che ti avvolgono nelle atmosfere, prendendosi il loro tempo senza mai perdere di vista la storia. Una vicenda che si compone lentamente su diversi piani temporali, allineando i sentimenti ai salti narrativi, sottolineando un gioco causa-effetto magistrale. E' giusto tirare in ballo Hitchcock per la verve voyeur e il discorso sul 'guardare', il Tarr per il fango laido alla Satantango, Kieslowski per le situazioni fra l'onirico e il reale, io ci aggiungerei anche il Kim Ki-Duk di Ferro 3. Infatti come nell'autore coreano qui c'è un contatto nell'oggetto, sfiorato, osservato, posseduto, creando un filo rosso, una relazione emotiva, dove la 'cosa' diventa una parte di noi stessi. La solitudine e la disperazione arrivano ovunque, come le dolci carrellate che accompagnano i protagonisti in questa Polonia triste e campestre, dove i colori non variano molto dai marroni della terra ai grigi del cielo riflettendo forse il grigiore delle esistenze. I rapporti umani si risolvono spesso nella violenza, l'ossessione distorce la realtà, non resta che cogliere la tenerezza di un outsider come Leon Okrasa per capire da che parte sta il regista, immergendosi in un incubo senza compromessi romantici o rese all'happy end.
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