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Quattro notti con Anna

Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quattro notti con Anna

di mck
9 stelle

Romeo is Bleeding

( ai lavori forzati socialmente utili ).

 

Non fidatevi delle precedenti opinioni positive di @AtTheActionPark e @lostraniero presenti su FTV.it, e men che meno di questa mia, perché...Cztery noce z Anna è ancora meglio di quanto si dica ( o magari, almeno per me, così a caldo , si 'possa' e si 'riesca' a dire ).

 

 

Ovvero :  la fortuna di essere/venire investiti di fronte a un ospedale.

 

 

Un pasticciaccio semplice, un incastro lineare : due canoniche linee temporali procedono parallele : la prima, la linea portante, quella del passato(presente), da A a B, viaggia spedita in superficie, l'altra, quella secondaria, la linea del presente(futuro), da B a C, scorre sotterranea nel corpo della principale, affiorando di tanto in tanto, per prendere fiato, recuperare aria riempiendosi i polmoni facendo sentire il suo richiamo ( un nome declamato a forza di richiamo imperativo : “Okrasa!”, una sirena d'autombulanza e di polizia, una mosca s'un bracciolo di legno, nella gabbia del tempo ) per poi reinabissarsi e riemergere a tratti, una coda, una gobba, laggiù soffia ! E' il tempo che sta arrivando, mentre ci si avvita addosso, avvinghiandosi inarrestabile sul proprio asse che siamo noi, in fermo cammino : come potrebbe il tempo (il Cinema) esistere senza nessuno che lo percepisce, lo subisce, lo vive morendo ?

Potrebbe, ma non sarebbe così divertente.

 

 

Convergendo poi verso il Termine, il Nucleo, il Nodo, al Centro, collassando inesorabilmente verso la Singolarità dell'Irrimediabile, dell'Irreversibile.

 

 

Anche se alla fine le parti si scopriranno essere invertite - rispetto alla mia immediata ''cognizione intuitiva'' nel mentre della fruizione dell'opera - e i blocchi narrativi risulteranno appartenere - al contrario per lo meno di quanto sempre la mia percezione presupponeva durante la visione - a due linee temporali opposte rispetto a quanto detto qui sopra ( ovvero che : A-B è B-C e B-C è A-B ), ribaltando la prospettiva ( ecco spiegato perché Anna, infermiera tra poco neotrentenne, non ha paura del ritorno in comunità e come suo vicino di casa, di Leon, Anna che sa non essere lui il colpevole ), a distanza di Anni invece che di Notti.

 

 

Conosco la sua condanna “, dice il direttore dell'ospedale a Leon Okrasa, che vi lavora come addetto all'incenerimento dei rifiuti speciali sanitari non pericolosi, comprese parti anatomiche umane ( arti amputati, organi espiantati, etc...), all'inizio della pellicola : condanna come pena da scontare secondo termini di legge dettati da sentenza, o come Condizione Umana ?

 

Skolimowski, ''inattivo'' --{ si fa per dire : attore [ basti per tutti il ruolo di Stepan, lo zio di (un'altra) Anna-Naomi Watts in “Eastern Promises” di D.Cronenberg ], sceneggiatore, produttore, pittore, poeta, pugile ( si smette mai di essere pugile ? O amico e collaboratore di A.Munk, R.Polanski e A.Wajda, oltre il tempo, lo spazio e la morte ? ) }-- da 15/16 anni, gioca col Tempo, e a metà del Narrato, ovvero, ancora, all'inizio del film, ci presenta una splendida sequenza, quella in cui Leon assiste allo stupro ( sequenza che risulta pericoloso definire splendida, come lo sarà, diversamente, quella dell'altro stupro, in cui la vittima sarà lui ) di Anna da parte di un criminale che rimarrà sconosciuto ed impunito, uscendo subito di scena per non farvi più materiale ritorno ( se non negli incubi della donna ), dove si presenta ai nostri occhi un " Effetto ;-) ;-( Kuleshov " primevo e paradossale, dato non dalla contrapposizione di immagini ''discordanti'' ma dal lavoro dell'attore sull'Espressione : spaventato e/o eccitato e/o adirato ( e impotente, agganciato ad ognuno dei tre termini precedenti ) ?

 

 

Dopo 15 anni di inattività, la personalità di Skolimowski è intatta, anzi è ancora più forte che in Thirty Door Key ('91) e the Shout ('78), tornando alla potenza di Deep End ('70), anche e soprattutto per il finale, così diverso ma così duro, preparando la strada all'estremo che toccherà di lì a poco, forse però con meno forza, tutto sommato, con Essential Killing ('10), anche se si potrebbe operare un esercizio 'futile' riguardo alle citazioni ( evidenti e/o potenziali, forzate e/o naturali ), che sarebbero ''infinite'', alcune fuori luogo e artefatte dall'osservatore, altre pertinenti e cercate :

 

 

Madre e Figlio (Nonna e Nipote) di A.Sokurov, racchiuso tra un carillon ricaricato ed un carillon bruciato al falò dell'addio al dovere,

il vecchio kolkhoz Tarriteo, abbandonato e ''privatizzato'', percorso per mezzo di carrellate laterali,

una Rear ( vs Front ) Window sulle moderne macerie assestate [ ma vogliam parlare dell'Enorme Lampada che campeggia in primo piano sul tavolino del commissariato durante l'interrogatorio, compagna di fabbrica del telefono di Dial M for Murder ( o la prospettiva forzata da Gondry nella scena infantile di Eternal SunShine Of The SpotLess Mind, e mille altri esempi : ma di questo passo, per altri riferimenti, si potrebbe arrivare a citare anche “Psycho”, “M” di F.Lang e gli spiritelli buoni che di notte riassettano la casa mentre dormi...), situazione poi 'risolta' con un semplice gesto di stizza ],

una poor cow ( E.Kusturica, E.Klimov, ...K.Loach...) giunta fin qui - come lemming - direttamente dal “the Field” di Jim Sheridian

 

-{ p.s., off topic da bandirmi per sempre : altre mucche (quasi) assassin(at)e : mandate alla carica come un'arma in "Shane" di G.Stevens ( il cui finale potrebbe ricordare quello di "Essential Killing" ) e in "Australia" di B.Luhrmann e in tanti altri western, espressive sguardo in macchina in "Etre et Avoire" di N.Philibert, o, ancora, poor, poor cow ( e denti da latte ) in "Isolation" di Billy O'Brien [ trailer : http://www.youtube.com/watch?v=ZAzJ5XEmcUk ], e...''Pure!'' questa, toh ( chiedo infinitamente scusa, alla pastorizia e non solo, e poi tutti al muccassassina con ivanaspagna ), e, per (s)"finire", out-of-cinema, al Giro del Delfinato, ove ogni tanto capita che "Les vaches sont sur la route!" }-,

 

l'Inceneri-CineAmatore Kieslowskiano di J.Stuhr,

il B.DelToro del “the Pledge” di S.Penn da F.Durrenmatt,

un poco di Bunuel, assonanze con Kim Ki-Duk, molto Polanski ( le scene in casa di Anna ),

il Fantozziano trascinarsi dietro lo sgabello invece dell'osar sedersi sulle poltrone in pelle nello studio del MegaDirettore,

il Punch-Drunk Love di P.T.Anderson ( Artur Steranko, il protagonista, ha poco a che vedere con A.Sandler, deo gratias!, o no, direi piuttosto : Martin Freeman ),

mai, mai più "Deep End"...

 

 

...ed anzi la possibile vita felice di coppia ne l'Uomo Senza Passato di Aki Kaurismaki ( ma...sono le cascate di Iguazu quelle ritratte nell'optoelettrico quadro luminoso a led posto sopra al divano in casa di Anna ? No, non lo sono, ma mi piace crederlo, pensare che lo siano, o almeno possano esserlo, se non altro 'moralmente'. Comunque, "Happy Togheter" ),

il Gesto ricorrente della Vecchina che getta la Spazzatura nella trilogia sui colori-valori della bandiera francese Kieslowskiana,

l'auto Cura Ludovico impostasi mentre girandosi nel sonno Anna - appesantitole il sonno da Leon con un espediente ( avvenimento di cronaca alla base della nucleotica scintilla scaturente l'idea germinale di Skolimowski per questa storia ) narcotico, che partecipa però, assai probabilmente, come concausa al verificarsi dei di lei episodi di semi-sonnambulismo, dovuti più che altro alla terribile esperienza passata - espone un seno nudo,

la casa dei sogni di One Week (B.Keaton) e the Gold Rush (C.Chaplin),

lo spazio ''invalicabile'' del campo da percorrere ( a cortina di ferro abbattuta, un muro fresco eretto già vecchio contro ogni falsa Ristrutturazione usurpatrice e Opaca Trasparenza di facciata : si può, si deve passare da Jaruzelski a Walesa ( come dopo ogni Kaczynski segue un Tusk ), ma certe cose, certe cose, non cambiano ) tra il Rifugio e il Desiderio, tra il Nulla e la Casa ( "the Happening", M.N.Shyamalan ),

e tutti i topoi della vita in carcere, 'risolti' con un'unica, dirimente scena, alla quale siamo pure tremendamente grati per il fatto che appartenga al passato ( quelli che credevamo flashforward sono flashback ), ché ora Leon ha superato quel trauma.

 

 

Okrasa - figlio illegittimo allevato e cresciuto dalla nonna malata, come ci tiene a ribadire il Potere Giudiziario portando il fatto nella sentenza come attenuante, bella forza - quasi inutile pedina latente/fantasma nello scacchiere della Società ( dal Voivodato alla Megalopoli, poco importa ) mossa non a piacimento, è talmente collaterale come Persona che non contiene alcun Valore da Sfruttare, Sacrificare, Salvare, ma con sufficiente controvoglia ( la liquidazione datagli lasciandogliela intendere come ''premio'' invece che come diritto acquisito ), per Amore seppellisce il proprio Tempo, solo dopo aver adempiuto al Dovere Primario di :

 

Si scompone il mio giorno in ore senza contorno,

i miei gesti in cadenza, le parole a sequenza.

Lesto nel pudore audace in tenerezza

t'avvolgo in premure come soffusa brezza.

               Un figlio adulto, paterno,

               una madre in bilico tra ieri e l'eterno.

               Oggi è ieri, domani è eterno.

E' il quarto comandamento,

il nostro inverno contento.

               Non sono quello che avresti voluto.

               Tu non sei più quella che sei stata e

               così non ti sei mai immaginata.

 

Gesti in cadenza parole in sequenza

conclamata ogni mancanza

ci resta immagine e somiglianza

ci resta immagine e somiglianza

ci basta ne avanza.

               Giorno che viene, giorno che va, un giorno vale un giorno.

Quando tu eri forte camminavo lontano,

mi giocavo la sorte;

nel tempo del tuo bisogno

ti sono vicino, ti sono sostegno,

per impulso vitale, per legge naturale,

per languida catena maternale filiale.

 

G.L.Ferretti (P.G.R.) - "Cronaca Filiale" - Ultime Notizie di Cronaca - 2009

 

 

- Sceneggiatura : Ewa Piaskowska e Jerzy Skolimowski.

- Fotografia : Adam Sikora : uno sprazzo di luce Vermeeriana sul paese ( si pensi a "La Stradina" del 1658 : Olanda (Delft), Polonia (Pasym), tutto il mondo è Paese ), posto a circa 0.40'00'', quel cielo, tra il seno di Anna e la visita alla tomba della nonna.

- Musica : Michal Lorene : utilizzata con parsimonia e dosata perfettamente, uno stile forte, riconoscibile, in Zona Mihály Víg ( il finale ), ma con una propria distinta caratterizzazione.

- Produttori : Paulo Branco e Jerzy Skolimowski.

 

Leon Okrasa : Artur Steranko

Anna : Kinga Preis

 

Ci sono cose che diventano vere e reali ed iniziano ad esistere soltanto quando risultano essere direttamente osservate, quando sono guardate, quando vengono viste.

Altre diventano concrete solamente stornando lo sguardo, chiudendo gli occhi.

Altre ancora, non lo saranno, mai. 

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