Regia di Miguel Gomes vedi scheda film
Aquele querido mes de agosto è il secondo lungometraggio di Miguel Gomes, proveniente dalla critica, cineasta preparato e ironico; l'ironia di tutto il lavoro è però stralunata, sghemba, pregna di una discreta dose di malinconia. E' un film che vuole essere un inno alla vita e allo svago (al sapersela godere, in un certo senso), un lavoro che rimane perennemente a cavallo fra fiction e documentario, senza mai prendere una decisione definitiva. E, soprattutto, lo spirito bizzarro che permea l'operazione si ritrova appieno nei minuti finali in cui il cast tecnico viene presentato sullo schermo in una fitta serie di dialoghi il cui argomento centrale è... la realizzazione del film stesso: una mise en abyme forse non originalissima, ma imprevedibile al termine di un'opera come questa, che nelle quasi due ore e mezza della sua durata racconta disparate storie in apparenza indipendenti fra loro, ma accomunate tutte da un elemento tutt'altro che secondario: la musica. E' la musica infatti che rappresenta il tratto d'unione fra le vite di tutti i portoghesi, di questo popolo che evidentemente non sa e non può rinunciare alle sette note, siano esse suonate con la chitarra elettrica in un garage da un complesso di ragazzini o siano prodotte dall'ugola di un attempato cantante di balera. Nessun attore famoso sullo schermo, l'azione si svolge prevalentemente in esterni, la luce estiva domina l'intera pellicola; sceneggiatura firmata dal regista e da Telmo Churro e Mariana Riccardo. 6/10.
L'amato mese di agosto nella provincia portoghese: c'è chi va in vacanza al mare e chi in campagna, chi caccia il cinghiale e chi va alle sagre popolari; per i più giovani è la stagione in cui si tralascia lo studio per dedicarsi all'amore e, per tutti, è questo il momento più musicale di tutto l'anno.
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