Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
Se il pirata della strada è un uomo politico in calo di consensi elettorali, può capitare che sia il suo autista a doversene prendere la colpa per evitare lo scandalo e farsi, dietro lauto compenso, la galera al posto del padrone. Ma se poi le cose si complicano, se di mezzo c'è una storia di tradimenti, un figlio risentito e un altro morto in tenera età, allora può darsi che la storia prenda una brutta piega e che - come le famose tre scimmiette - qualcun altro in futuro non debba vedere, né parlare, né sentire…
Il turco Ceylan, una sorta di epigono di Antonioni, firma un film ad alta densità morale con uno stile estetizzante, fotografia seppiata e capace di fare di ogni inquadratura un'impeccabile opera d'arte. Ma l'indugio e la staticità della cinepresa, la dilatazione oltre misura di ogni singola scena ne fanno un'opera a tratti davvero letargica.
Premio per la miglior regia al 61. festival di Cannes (2008).
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