Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
Un film d'autore nel vero senso del termine. Le tre scimmie, come Uzak seppur con minor efficacia, rappresenta vero e proprio cinema alla stato puro. La forza dell'immagine come espressione del mondo interiore dell'uomo della sua miseria della sua contraddittoria essenza. L'inquadratura fissa e insistita è importante e mai gratuita, perchè diventa spesso una soggettiva carica di un sentimento forte e sospeso. I primissimi piani e contropiani non sono vezzi e manierismo ma sono modi essenziali per rendere il dolore, il contrasto, la paura, la rabbia,il desiderio. Magnifico l'uso dei suoni che rappresenta la colonna sonora portante del film: la porta che cigola, i cani che abbaiano, il cellulare che canta, il treno che passa, i grilli... La grandezza di Ceylan è nella forza che dona alll'immagine, alla fotografia come elementi di espressione e non di mera descrizione. Forse un cinema difficile, ma senza dubbio un impronta di notevole maestria e di grande introspezione. Il coraggio di un regista di restare fedele a se stesso e al proprio modo di sentire e di vedere.
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