Regia di Richard Donner vedi scheda film
Dark fantasy assai ben fatto, che si avvale di una fotografia di Vincenzo Storaro da oscar e di una regia che da il meglio di sé nella prima parte. Scenografie (castelli fatiscenti, nebbie, tramonti crepuscolari) e costumi meravigliosi, musica – piuttosto che epica - straordinariamente ritmata e montaggio contraddistinto da una verve da B-Movie (a tratti sembra un film italiano, con continui cambi di inquadrature nelle scene d'azione). L'indole action aiuta Donner e la buona riuscita di un film che è pura poesia per gli occhi, sebbene il soggetto, in fondo in fondo, non sia poi eccezionale giostrando su una storia d'amore osteggiata da una maledizione che propone il tema della licantropia. I due protagonisti, l'ottimo Hauer e una Pfeiffer che farà meglio altrove, non riescono a vedersi per quasi tutto il film essendo costretti a regredire, a turno, alla stato animale. Happy end conclusivo caro a Hollywood. L'amore trionfa come nelle migliori fiabe.
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