Regia di Frank Capra vedi scheda film
La venditrice di mele e il gangster dal cuore d'oro.A molti potrà sembrare che Capra sia un regista abituato alle storie buoniste con lieto fine d'obbligo.Io francamente non mi ritrovo con questa lettura a mio parere abbastanza superficiale,sicuramente non rispecchia la complessità dell'autore.Anzi trovo che Capra si sottilmente inquietante e molto meno buonista di quello che appare.E questo film del 1933 a mio parere avvalora la mia ipotesi.La storia sembra la classica fiaba che ha Cenerentola come modello ispiratore ma c'è una critica neanche troppo velata alla gente che fa dell'aristocrazia una specie di scudo protettore,una critica ai cosiddetti salotti buoni infarciti di ipocrisie e perbenismi, in aggiunta viene dipinta una piramide sociale in cui quelli che sono più in alto hano potere di vita e di morte su coloro che si trovano al di sotto(vedi il rimpallo di responsabilità tra le autorità per la sparizione dei giornalisti:il governatore minaccia il sindaco che fa lo stesso col capo della polizia che minaccia di licenziare il capitano).Come detto i cosiddetti aristocratici non fanno una bella figura mentre la benevolenza va alla cosiddetta signora per un giorno (una sfavillante May Robson tipica faccia che sembra figlia del cinema muto) e anche il gangster(un esilarante William)fa una figura decisamente migliore rispetto ad autorità ed aristocratici.Particolarmente divertente il gruppo di sequenze dell'addestramento dei malfattori nella simulazione del ricevimento per la figlia della vecchia barbona e del suo futuro marito nobile spagnolo(una sorta di cicisbeo vanesio).Il lieto fine c'è,è d'uopo,quasi necessario,ma tutte le notazioni acide fatte in precedenza dal terribile Frak Capra rimangono lì in bella mostra....
ottimamente calibrata tra momenti comici e altri più deri
ottima con la sua faccia da cinema muto
esilarante
non male
ben calato nella parte
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